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Notiziario n° 16

 

                                                                                                     Roma, gennaio 2007

Cari amici,

 “La scienza è osservazione, ma deve essere anche professione d’amore”

Questa frase di Pietro Croce riassume, in poche parole, il pensiero ed il sentimento che hanno ispirato la sua vita. Medico e scienziato di grande valore, egli è stato - insieme a Hans Ruesch – il precursore, o profeta, di un nuovo pensiero scientifico: il suo saggio “Vivisezione o scienza, una scelta”, pubblicato per la prima volta nel 1982, ha formato il movimento antivivisezionista del mondo intero, ed ha fornito sin da allora la documentazione scientifica per una condanna senza appello al metodo di ricerca chiamato “sperimentazione animale”.

Pietro Croce sapeva unire dolcezza e serenità ad una irremovibile determinazione. Per illustrare, nei suoi testi, le ragioni e le conseguenze di ciò che egli definiva un “grave errore metodologico”, non usava polemica o toni forti, ma univa alla sua grande cultura scientifica una vasta cultura umanistica. Aveva alle spalle una carriera molto brillante: aveva lavorato negli Stati Uniti, dove era membro del «College of American Pathologists» e poi per molti anni, come primario all’Ospedale Sacco di Milano. Abbiamo avuto il privilegio di averlo come Presidente del nostro Comitato dal 1992 per oltre 10 anni e come Presidente onorario fino alla sua fine, il 16 ottobre scorso. La sua perdita ha causato per noi un vuoto incolmabile.

Ci si chiede oggi come sia possibile che le testimonianze di uno scienziato quale Pietro Croce e di uno storico quale Hans Ruesch (il cui libro “Imperatrice Nuda” uscì nel 1976)  non abbiano determinato già in quegli anni, ormai lontani, un riconoscimento del movimento antivivisezionista scientifico. In realtà gli argomenti che esponevamo erano troppo forti, troppo evidenti e logici, per consentire, a chi con la sperimentazione animale difendeva interessi colossali, di affrontare un dibattito pubblico. Più facile imporci il silenzio con la censura: questo fu fatto senza difficoltà, sfruttando il potere delle aziende chimico-farmacetiche: niente spazi sui giornali per i nostri articoli; niente editori per i nostri libri (“Imperatrice nuda” fu ritirato da tutte le librerie d’Italia 3 settimane dopo la sua uscita e “Vivisezione o Scienza” trovò soltanto nel 2000 un editore che lo distribuisse).

Ma proprio mentre Croce, in quest’ultimo anno, si avvicinava al termine della sua vita terrena, il messaggio suo e di Ruesch, che con la rete web abbiamo diffuso nel mondo intero, ha aperto finalmente un varco nel muro della censura ed ha portato alla ribalta il tema della sperimentazione animale; premiandoci con il raggiungimento di alcuni grandi-piccoli risultati entusiasmanti, e costringendoci ad un impegno sempre maggiore per “cavalcare l’onda” del nuovo momento storico.

Numerosi sono gli ambiti nei quali, sotto questa spinta, abbiamo intensamente lavorato nel 2006 e nei quali i buoni risultati sono stati visibili. Li riassumerò in breve.

1) -  Dibattito nazionale sulla pdl 5442 per la revisione della legge sulla sperimentazione animale

    -  Sentenza del Consiglio di Stato

Abbiamo già illustrato (notiziario 14) le ragioni del nostro dissenso sulla proposta di legge 5442, la cui discussione è iniziata nel 2004 e che fortunatamente non è passata: essa rilanciava la sperimentazione animale in “nuova confezione”, senza alcun accenno al nuovo pensiero scientifico in così rapida crescita (notiziario 15), o alla necessità di una verifica scientifica del metodo. Inoltre, estendeva il silenzio-assenso a tutti gli esperimenti, ufficializzava la creazione di animali transgenici e facilitava, nel suo complesso, l'uso della sperimentazione animale. Non poteva spiegarsi altrimenti l'entusiastico sostegno che aveva riscosso presso Farmindustria e gli Istituti di ricerca, ad esempio il Mario Negri. Nel seguirne l’iter fino alla fine abbiamo sostenuto la pdl 6034 dell’On. Zanella (Verdi), proposta di legge “di bandiera” per l’abolizione totale della sperimentazione animale. Abbiamo così  impedito che la sperimenazione animale si cristallizzasse in Italia su posizioni arretrate ed inaccettabili.

La nostra azione di «accesso ai dati» nei confronti del Ministero della Salute (sul quale erano emersi fondati sospetti riguardo all'applicazione della 116/92) aveva ricevuto sentenza favorevole dal TAR del Lazio. Tuttavia con il ricorso del Ministero al Consiglio di Stato lo spiraglio di democrazia che si era aperto ha avuto breve durata. La sentenza di quest'ultimo è stata contraria a noi. Ha prevalso nuovamente l'interesse delle aziende chimico-farmaceuriche che sono accorse tutte in sostegno del Ministero della Salute.

2) Il dibattito nella UE sul progetto REACH

Vi abbiamo spesso parlato dell’imporanza del progetto europeo REACH (valutazione e regolamentazione delle sostanze chimiche messe in commercio) ai fini della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini europei. La sua elaborazione è durata oltre 8 anni, per la forte contrapposizione di due schieramenti: ambientalisti e industrie. La preoccupazione delle industrie riguardava i costi, a loro carico, dei test di tossicità, sia delle sostanze mai valutate nel passato per i loro effetti tossici (inizialmente 100.000, poi ridotte a 12.500), che di quelle che in futuro entreranno in commercio. Riguardava anche l’obbligo di sostituire alcune delle sostanze più nocive.

    In questo abituale conflitto tra le due distinte finalità, il bene dei cittadini europei da un lato e l’interesse privato dei produttori dall’altro, si sono aggiunti al primo schieramento coloro che si oppongono alla sperimentazione animale, sia in difesa della scienza e della salute umana, sia in difesa dei diritti degli animali (50 milioni di animali potrebbero essere immolati per i test).

Le nostre iniziative su REACH, iniziate nel 2003 e proseguite negli anni successivi (notiziari 13, 14 e 15) si sono intensificate nel 2006, anno della sua chiusura.

La prima conferenza del 2006 (17 gennaio, Palazzo Marini, relazioni di Claude Reiss di Antidote Europe, Jarrod Bailey di Europeans for Medical Progress, Marco Mamone Capria dell’Università di Perugia, e altri) è stata programmata per diffondere il messaggio della Rivista “Nature” che, citando Thomas Hartung, responsabile scientifico della Commissione Europea, definiva la sperimentazione animale «cattiva scienza» e il progetto REACH un'occasione unica per il tanto atteso rinnovamento dei metodi di sperimentazione. Il messaggio, diffuso anche da «Sapere» in un servizio importante con intervista a Claude Reiss durante la nostra conferenza, ha trovato eco in numerose altre occasioni (conferenze, programmi radiofonici o televisivi). Prima tra tutte: il blog di Beppe Grillo, che ci ha procurato molte migliaia di contatti (a Beppe Grillo, titolare del 7° blog più visitato del mondo, va il nostro sentito ringraziamento anche per aver condannato la vivisezione durante il suo spettacolo).

Ma l’azione più importante per introdurre una “nuova era“ della tossicologia in REACH è stata quella svolta insieme ad “Antidote Europe” per informare il Parlamento Europeo (con lettere inviate ad ogni singolo deputato, in occasione di ogni voto) ed anche il Consiglio dei Ministri attraverso le  Rappresentanze Permanenti degli Stati Membri.

Abbiamo inoltre raccolto mille firme in Italia per una lettera a Guido Sacconi, (parlamentare europeo italiano, relatore del progetto REACH) e partecipato attivamente ad una raccolta di firme europea per una lettera consegnata a Bruxelles al presidente della Commissione, Manuel Barroso. Il sostegno alle nostre posizioni delle associazioni ambientaliste, inizialmente distanti per il timore di ritardare l’approvazione di REACH, ci è costato ulteriore impegno. Abbiamo avuto la firma del WWF Italia sull’ultima nostra lettera ai parlamentari europei ed un importante articolo sull’”Espresso” di Fulco Pratesi.

Un risultato notevole è stato l’avere ottenuto, nella Commissione Ambiente del Parlamento Europeo, il voto favorevole ad un emendamento su REACH in cui si aggiungeva la citazione della tossicogenomica all’obbligo di sostituire i test su animali ove disponibile un metodo sostitutivo (la tossicogenomica sfrutta le nuove conoscenze della genetica studiando, nella cellula umana, le reazioni del genoma di fronte alla sostanza da testare; essa costituisce la vera strada del futuro in tossicologia, sia per affidabilità delle risposte e loro riproducibilità, che per la grandissima riduzione che essa consente nei costi e nei tempi). L’emendamento è stato modificato nella stesura finale di REACH, ma una parte non trascurabile del nostro lavoro è rimasta, malgrado l’azione prepotente e indecente delle lobby industriali, che hanno costretto il relatore Sacconi, poi il Parlamento ed infine i cittadini europei ad accettare il pessimo compromesso di un accordo “di corridoio”  tra Consiglio dei Ministri e Commissione Europea.

3) Un successo straordinario: i nostri stessi scopi nel programma di Governo

Nel corso del 2006, la nostra storica (ma non esclusiva) alleanza con i Verdi ha portato grandi risultati. Il Presidente Alfonso Pecoraro Scanio, sensibile da sempre al nostro tema istituzionale, come ad ogni altro tema riguardante i diritti, ha inserito, sotto nostro suggerimento, l’abolizione della sperimentazione animale tra i primi punti della sua campagna elettorale. In ben due occasioni: le “primarie”, nelle quali, in sostegno a Prodi, concorreva alla carica di Primo Ministro, e le più recenti elezioni politiche del maggio 2006.

Ma il successo ancor più straordinario è stato, grazie alle trattative portate avanti dai Verdi all’interno dell’alleanza, l'inserimento del seguente paragrafo nel Programma di Governo dell’Unione:

“Proponiamo che, in linea con la normativa comunitaria ed alla luce dei più recenti studi scientifici in materia, si promuova e favorisca la ricerca effettuata con metodi alternativi all’utilizzo di animali e progressivamente si abolisca la ricerca e la sperimentazione che ne facciano uso”.

Una vera sfida innovativa nello scenario politico nazionale ed internazionale, un impegno del Governo… e nostro, poichè abbiamo il compito di pretendere che al più presto tale programma venga attuato.

4) Una campagna contro l’uso improprio degli insetticidi

La cultura acquisita lavorando su REACH, la conoscenza delle strette relazioni che legano l’uso di sostanze chimiche, anche di uso comune come gli insetticidi, al terribile incremento delle malattie più gravi (tumori; malattie neurodegenerative come Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla; disturbi del sistema riproduttivo e sterilità; patologie del sistema endocrino; malformazioni) ci ha portato a studiare un settore di attività umane in cui l’uso di sostanze tossiche è, specie nei centri abitati, maggiormente incontrollato, dannoso ed inutile. Parliamo delle irrorazioni contro la zanzara tigre, oggi sempre più in voga (perché promosse dalle aziende chimiche) sul territorio nazionale e in particolare nel Comune di Roma.

Insieme al WWF Lazio e con la partecipazione del Prof. Luigi Campanella (docente di chimica a “la Sapienza”, già preside della Facoltà di Scienze de «La Sapienza», presidente della Divisione di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali della Società Chimica Italiana e membro di Equivita), abbiamo lanciato un appello al sindaco Veltroni, chiedendo che le irrorazioni, sia comunali che private, peraltro del tutto inefficaci, l’aumento delle quali è stato vertiginoso, vengano sospese per cedere il posto a strategie corrette, possibilmente naturali.

Dopo una prima conferenza stampa a Roma (presso il WWF Lazio, 25/05/’06) in cui diversi scienziati (L. Campanella, G.Tamino e altri) hanno illustrato i gravi problemi causati dalle irrorazioni chimiche, e dopo numerosi incontri con il Comune di Roma  insieme ad altre associazioni sostenitrici della nostra iniziativa, si è giunti ad un primo accordo: la costituzione di un Gruppo di lavoro (scienziati e associazioni) che dovrà, dopo un’indagine sulla situazione attuale, fare proposte che possano diventare al più presto decreti comunali, ed in un prossimo futuro leggi nazionali. Ricordiamo che oggi, con il pretesto della lotta alla zanzara tigre o ad altri “nocivi”, chiunque può spargere veleni, con danni soprattutto alla salute dei bambini, i cui tumori sono in continuo aumento.

5) Sul fronte delle biotecnologie: non abbassare la guardia

Non abbiamo abbassato la guardia sul fronte degli Ogm, che oggi fortunatamente vede ostile la grande maggioranza dei cittadini europei (e del mondo intero). Fummo i primi in Italia e tra i primi in Europa a promuovere, all’inizio degli anni ’90, le campagne d’informazione su manipolazioni genetiche e brevetti sulla materia vivente (firmate “Comitato Scientifico Antivivisezionista”), prevedendone gli effetti negativi (tutti, proprio tutti quelli poi verificatisi).

Il voto europeo favorevole a tali brevetti (direttiva 98/44), che consente di privatizzare piante, animali e parti del corpo umano, ovvero il bene comune più importante del pianeta, le risorse genetiche, è stato per l’Unione Europea, il “peccato originale” in materia di Ogm, ed anche la grande occasione mancata per tutelare l’economia dei paesi poveri, la salute, l’ambiente ed i diritti umani.

Insieme ai Verdi, rappresentati allora al Parlamento Europeo da Gianni Tamino, opponemmo tutte le possibili barricate al voto sulla 98/44. Senza arrenderci, lavorammo anche dopo il voto favorevole ed ottenemmo, con gli olandesi di Dierenbescherming, la firma al ricorso contro la direttiva di tre governi: Italia, Olanda e Norvegia (ma il ricorso fu respinto, due anni dopo, dalla Corte Europea).

Molti Stati (tra cui Francia, Italia, Germania, Belgio) hanno chiesto la revisione della 98/44 ed alcuni ne hanno sospeso il recepimento. Il Governo Berlusconi l’ha invece recepita, in sordina, a fine mandato, a gennaio del 2006.

Anche se pronti a riprendere la battaglia sui brevetti, riteniamo ancora più urgente, oggi, pretendere la riforma del WTO, Organizzazione Mondiale del Commercio. Il WTO ha, nel 2006, confermato la sentenza contro l’Unione Europea, da tempo preannunciata, nell’azione legale che US e alleati hanno promosso nei suoi confronti per avere ostacolato, con la “moratoria di fatto” (ormai scaduta), la “libera circolazione” degli Ogm. Una notizia ben poco diffusa, ma che dimostra come, grazie al WTO e alle leggi sul commercio internazionale, a noi imposte perchè prevalenti sulle leggi nazionali, i cittadini europei abbiano perso il diritto alla scelta alimentare ed alla tutela della loro salute.

Lo scenario si fa peggiore per il futuro. L’ultima notizia del 2006 dal fronte del biotech (di cui tra qualche anno si valuterà la gravità) riguarda l’autorizzazione rilasciata dal Food and Drug Administration, ente di controllo degli US, alla clonazione degli animali d’allevamento.

Poiché la clonazione interessa in particolare gli animali transgenici (la riproduzione naturale tende a far scomparire la modifica genetica introdotta, mentre la clonazione la rende stabile) e poiché la modifica genetica degli animali “da reddito” può consentire un forte vantaggio economico con l’introduzione nel loro genoma di caratteristiche “migliorative” della quantità o della qualità del prodotto, vi è da supporre che ben presto si metterà in moto la produzione industriale della vita animale, con la sua commercializzazione, e che ben poco peso avranno il movimento di dissenso, in crescita anche negli US, o la dimostrazione di tanti scienziati (anche Jan Wilmut, «padre» di Dolly) che gli animali clonati hanno gravi problemi di salute. E’ prevedibile inoltre che, a causa dei brevetti sugli animali modificati, i loro prodotti vengano imposti sui mercati internazionali (come avvenuto per gli Ogm vegetali), con la connivenza del WTO, per un ulteriore controllo del mercato alimentare. Tutto ciò senza consultare o informare l’opinione pubblica (per l'FDA la carne clonata non deve essere etichettata!) e senza una testimonianza sulle atroci sofferenze inflitte agli animali.

6) Sul fronte delle biotecnologie: una buona notizia

 

La notizia buona è la seguente: l’Italia è tuttora priva di coltivazioni transgeniche. Le semine sono vietate in assenza dei piani regionali di coesistenza (piani in realtà impossibili da redigere), e poiché in Italia 16 regioni su 20 si sono dichiarate “Ogm-free” vi sono scarse possibilità che la semina venga fatta.

Inoltre, la conferenza del 14-15 gennaio 2006 a Berlino sulle “regioni Ogm free” in Europa, organizzata da Genet, cui abbiamo partecipato, ha testimoniato la vorticosa crescita di queste regioni. Ha testimoniato che un movimento spontaneo, nato dalla base, sta permettendo ai cittadini europei di riappropriarsi di alcuni loro importanti diritti, non solo in Italia, ma in tutta Europa. Lo stato che, più di ogni altro, ha saputo tener testa alla volontà delle multinazionali e della Commissione, è l’Austria, ribadendo ancora una volta, poco tempo fa, la sua chiusura agli Ogm a livello nazionale.

7) Conferenza del 14/12/06  in commemorazione di Pietro Croce  e istituzione del

“Premio Pietro Croce per l’abolizione della Sperimentazione Animale”

Abbiamo chiuso il 2006 organizzando il 14 dicembre  in Parlamento (palazzo Marini), insieme al Movimento Ecologico Nazionale UNA e agli Animalisti Italiani, una conferenza in onore di Pietro Croce.

La prima finalità di questo evento era il riconoscimento all’opera ed alla vita di un nostro grande scienziato.

Le associazioni promotrici hanno istituito il Premio Pietro Croce per una ricerca senza animali, da destinare, se possibile annualmente, al miglior progetto che si prefigga la sconfitta della sperimentazione animale. In favore della prima edizione del Premio, del 2007, è stato devoluto uno stanziamento di 2.000 € dal Movimento Ecologico UNA e di altri 2.000 € dalla Federazione dei Verdi (vedi dettagli sul nostro sito*). E’ stata inoltre consegnata alla Sig.ra Sylvia Croce, dalle mani del Ministro dell’Ambiente, una targa commemorativa dell’opera di suo marito.

La seconda finalità dell'evento era di tracciare il progetto di attuazione del programma di Governo (vedi punto 3).

Poichè la direttiva 86/609, “per la tutela degli animali da laboratorio”, lungi dal tutelare gli animali da laboratorio, li destina alla sperimentazione senza indicare limiti a questo utilizzo, e poiché la direttiva, datata di vent’anni, non tiene conto nè delle nuove scoperte scientifiche, nè della nuova sensibilità sui temi della salute umana, il progetto tracciato in piena armonia da tutti i relatori è stato quello di una proposta di nuova legge europea.

Su tale progetto, dopo le relazioni di Claude Reiss, Jarrod Bailey, Stefano Cagno e Marco Mamone Capria, si è espresso il nostro presidente Gianni Tamino e ha promesso il suo impegno il Ministero dell’Ambiente, nella persona del Ministro e del Vicecapogabinetto Avv. Andrea Falzone (anche capo dell’Ufficio Legale del Ministero ed esperto in affari comunitari ed internazionali). Falzone ha illustrato la necessià di una nuova direttiva, redatta con ottica abolizionista e non più riduzionista (la sostituzione del modello animale “ogni qualvolta sia possibile” è una formula che ormai ci ha deluso, egli ha detto), «per la consacrazione in termini giuridici delle nuove istanze accademico-scientifiche». Secondo Tamino e anche Falzone, vi è inoltre la necessità di una revisione dell’ECVAM (1), resa evidente dalle parole stesse del suo direttore Hartung e dal fatto che la sperimentazione su animali viene proposta dall'ECVAM quale metodo valido, poichè il confronto dei risultati dei metodi da validare viene fatto proprio con i risultati della sperimentazione animale.

Poichè una direttiva può essere proposta solo dalla Commissione Europea o dal Parlamento, si dovrà puntare sull'opera di persuasione che su di essi potrà esercitare il Consiglio dei Ministri, se trova una buona maggioranza interna… la stessa che dovremo esercitare anche noi sia a Bruxelles che in Italia, dove altre parti di Governo andranno coinvolte.

La giornata è stata di grande successo ed ha seganto, secondo l'opinione unanime, un passo nuovo e realmente significativo sulla strada che ci porterà alla sconfitta della sperimentazione animale.

Come avete visto, le nostre possibilità e necessità di azione, in particolare sul tema SPERIMANTAZIONE ANIMALE, sono molto cresciute, sia per il momento storico che vi abbiamo descritto, sia per il lavoro che, grazie anche al vostro aiuto, abbiamo potuto svolgere fino ad oggi.

Ma non sono cresciute, anzi sono rimaste assai ridotte, le nostre possibilità economiche, e questo costituisce per noi un forte limite. Contiamo sulla vostra generosità per un aiuto che ci permetta di proseguire ed agire presto. I contributi ad EQUIVITA si possono versare:

- alla posta: con un versamento su: c/c postale n° 88922000 intestato a FONDO IMPERATRICE NUDA - COMITATO SCIENTIFICO ANTIVIVISEZIONISTA, Via P. A. Micheli, 62 - 00197 Roma

- in banca: con un bonifico sul conto BancoPosta n° 88922000 intestato a FONDO IMPERATRICE NUDA - COMITATO SCIENTIFICO ANTIVIVISEZIONISTA (ABI: 7601, CAB: 3200, CIN: N)

- con un assegno non trasferibile inviato per posta a: "Fondo Imperatrice Nuda, Comitato Scientifico Antivivisezionista EQUIVITA" via P.A. Micheli, 62 - 00197 Roma (meglio se accompagnato da telefonata allo 06.3220720 dalle 9.00 alle 13:30)

                                      

Vi ringraziamo di tutto cuore e vi inviamo i più affettuosi auguri per un felice 2007.

(1) Centro Europeo per la Validazione dei Metodi Alternativi.

 

                                                                                  Fabrizia Pratesi de Ferrariis

 

 

 
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