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COMUNICATI STAMPA
 

L'ILLEGALITA' DIVENTA UNA NORMA ALL'EPO

(UFFICIO EUROPEO DEI BREVETTI)

 

L'Illegalità diventa una norma per l'Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) che l'altroieri (20/12/99) ha stabilito la brevettabilità di piante ed animali, SCAVALCANDO IL DIRITTO INTERNAZIONALE per favorire gli interessi delle industrie, in totale sprezzo delle richieste da noi tutti fatte a Seattle contro il monopolio di poche industrie sull'alimentazione del mondo, in difesa della SALUTE, dell'AMBIENTE e della SOPRAVVIVENZA dei Paesi del Sud.

L'Alta Corte dell'Ufficio Europeo dei Brevetti ha chiuso il "caso Novartis" (azione legale pendente contro la richiesta della Novartis di brevettare una pianta transgenica in Europa) dando ragione alla Novartis e infrangendo, in tal modo, la Convenzione Europea dei Brevetti, ovvero la legislazione brevettuale attualmente in vigore in Europa, che vieta i brevetti su piante ed animali.

"Questo fa sì - dice Fabrizia Pratesi, Coordinatrice del Comitato Scientifico Antivivisezionista ed incaricata del tema biotecnologie nel Comitato Promotore dei Verdi - che in Europa si dà ufficialmente il via alla brevettazione di piante ed animali prima ancora che la direttiva 98/44, che prevede tale brevettazione (fino ad oggi non solo impossibile, ma anche inconcepibile!) e che è stata impugnata da Olanda, Italia e Norvegia, venga recepita (trasformata in legge) in uno solo dei Paesi membri dell'UE. Prima ancora, inoltre, che la Corte di Giustizia Europea esprima il suo parere su tale ricorso, le cui basi giuridiche sono molto solide.

L'Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) ha aggirato l'ostacolo dell'articolo 53b della Convenzione Europea dei Brevetti, che vieta la brevettazione di piante ed animali, con una delibera assolutamente illegale del 16 giugno scorso del suo Consiglio d'Amministrazione, per mezzo della quale gli articoli della direttiva 98/44 sono stati inseriti nel Regolamento Applicativo della Convenzione. Ciò equivale a dire che il Regolamento Applicativo può contraddire la Convenzione cui si riferisce, equivale a dire che la Convenzione può essere stravolta senza il voto dei Paesi Membri che l'hanno sottoscritta.

Il Ministro della Giustizia tedesco, Herta Daeubler-Gmelin, ha del resto denunciato questa azione illegale in una lettera resa pubblica il 26 novembre scorso (non è possibile purtroppo un ricorso alla Corte Europea contro l'EPO, poiché quest'organismo non dipende dall'UE).

"Tutto ciò dimostra che, ancora una volta, ha aggiunto Fabrizia Pratesi, le regole di rispetto dei diritti umani, della salute e dell'ambiente, faticosamente raggiunte attraverso l'azione instancabile di numerose ONG (Organizzazioni Non Governative) vengono allegramente infrante dalle stesse Istituzioni che dovrebbero essere preposte a farle rispettare ed il cui unico fine sembra invece essere quello di favorire le industrie (ed il monopolio che esse tentano di acquisire sulla produzione e commercializzazione degli alimenti nel mondo intero)".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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