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VIVISEZIONE O METODI SCIENTIFICI: UNA SCELTA

Negli ultimi anni il dibattito sulla necessità dell'impiego degli animali nella ricerca è diventato sempre più acceso, riuscendo ad appassionare un numero crescente di persone.

Quanti sono favorevoli alla vivisezione affermano che, se non si sperimentasse sugli animali, bisognerebbe farlo sugli esseri umani. In realtà, per legge, dopo averlo fatto sugli animali, bisogna sempre sperimentare sulla nostra specie, che diventa così la vera cavia.

L'errore consiste nel ritenere come unica alternativa alla vivisezione, che per altro non possiede alcun valore scientifico, la sperimentazione umana, mentre in realtà già oggi possiamo contare su diversi validi metodi scientifici di ricerca che non impiegano animali e che possiamo chiamare metodi sostitutivi.

Purtroppo, però, esistono alcuni problemi che ne limitano il loro sviluppo e la loro applicazione, il primo dei quali è la tendenza, sia nel settore pubblico, sia in quello privato, a sovvenzionare gli esperimenti sugli animali, anziché i metodi sostitutivi. Un altro ostacolo ad un loro maggiore impiego è la giusta necessità di validarli, ossia di dimostrarne la validità. Per ottenere ciò, però, sono paragonati ai modelli animali e se non forniscono lo stesso risultato non sono validati. Storicamente, però, i modelli animali non sono stati mai validati. Insomma, come omologare un'automobile prendendo a modello di paragone un'altra che non è mai stata a sua volta omologata.

Nonostante tutti questi ostacoli esistono già molti metodi sostitutivi che possono essere divisi, schematicamente, in due grandi gruppi: biologici e non biologici.

I primi utilizzano materiale biologico di vario genere, prevalentemente di origine umana, ma anche microrganismi. Vediamo alcuni esempi.

I procarioti sono organismi unicellulari, come i virus e i batteri. Sono utilizzati soprattutto nelle ricerche sulla cancerogenesi e mutagenesi. Un esempio è rappresentato dal Test di Ames che impiega un batterio (Salmonella Typhimurium) per selezionare le sostanze in grado di provocare mutazioni nel DNA umano.

Le colture cellulari si ottengono mediante un prelievo molto piccolo di tessuto umano e successivamente messo in un terreno di coltura adatto alla sopravvivenza. Si possono usare in farmacologia, oncologia, fisiologia, immunologia, genetica, biochimica, microbiologia e radiologia. Le colture cellulari devono essere di origine umana, poiché quelle di origine animale uniscono i difetti legati a specie a noi differenti con quelli derivanti dall'utilizzo di parte di un organismo.

Tra tutti i metodi biologici quelli che adoperano tessuti ed organi isolati sono sicuramente i più affidabili. I materiali si possono ottenere ogni giorno e senza alcuna spesa nelle sale chirurgiche: infatti, i tessuti e gli organi asportati sono di solito in massima parte buttati via. Se vengono recuperati, invece, si possono condurre ricerche soprattutto nello studio delle patologie e, in particolare, dell’oncologia.

I metodi non biologici comprendono tutte quelle tecniche che sfruttano sussidi meccanici o analisi teoriche.

L’epidemiologia studia la frequenza e la distribuzione dei fenomeni epidemici e quindi delle malattie nella popolazione, mentre la statistica è la disciplina che si occupa del trattamento dei dati numerici derivati da un gruppo di individui. L’impiego della epidemiologia e della statistica ha permesso di riconoscere la maggior parte dei fattori di rischio delle malattie cardiocircolatorie quali l’ipertensione arteriosa, il fumo di sigaretta, il soprappeso, l’ipercolesterolemia, la mancanza di esercizio fisico. Queste ricerche mettono di solito a confronto due condizioni, ad esempio il fumo di sigarette e lo sviluppo di tumori polmonari. In questo caso si è dimostrato che aumentando il numero delle sigarette fumate, aumenta anche il rischio di sviluppare un tumore polmonare e quindi, di conseguenza, che il fumo di sigaretta è cancerogeno.

Le banche dati consistono nella raccolta di tutti i risultati sperimentali riguardanti un determinato argomento e nella successiva archiviazione nei data-base dei computer. Questo metodo non può essere ritenuto sostitutivo in senso stretto, poiché potrebbe essere impiegato anche negli studi con animali; ha in ogni caso il pregio di evitare la ripetizione di ricerche identiche.

L’uso dei computer non consiste solo nell’immagazzinare dati, ma anche nell'elaborazione finalizzata alla simulazione di procedimenti metabolici e funzionali del corpo umano attraverso l’uso di computer analogici. Possiamo ad esempio confrontare la struttura chimica di un nuovo farmaco, con quella di tutti gli altri già in commercio. Alla fine avremmo un'idea abbastanza precisa di come sarà metabolizzato ed eliminato.

Infine i modelli matematici e meccanici si ricollegano all'uso dei computer. Infatti, i dati immessi devono essere poi analizzati mediante calcoli matematici e le conclusioni possono essere applicate creando dei modelli meccanici, ossia manichini in grado di mimare una determinata situazione, come nel caso delle patologie cardiocircolatorie, oppure nelle simulazioni degli incidenti automobilistici che hanno già sostituito l'uso delle scimmie.

Concludendo, ritengo utile presentare un esempio per dimostrare la mancanza di volontà di cambiare dei vivisettori. Il Test di Bettero consiste nel mettere una lacrima umana a contatto con la sostanza in esame. Se questa è irritante provocherà la rapida liberazione di altre sostanze, chiamate mediatori chimici. I vivisettori, invece, continuano ad utilizzare il Draize test, una prova inventata nel 1944, in cui si spalma negli occhi dei conigli, immobilizzati, la sostanza in studio e successivamente si valutano le reazioni che posso arrivare alla distruzione stessa degli occhi. Insomma si preferisce un test vecchio, non scientifico e crudele, ad un altro moderno, scientifico, eticamente ineccepibile e personalizzato, cosicché ogni persona può valutare la sua risposta ad una data sostanza.

Ad ognuno di noi la scelta di continuare ad illudersi che la nostra salute sia tutelata dalla vivisezione, oppure battersi affinché quest'ultima sia finalmente abolita.

 

Dr. Stefano Cagno

Comitato Equivita



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