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Notiziario n° 12 (2002)
Roma, dicembre 2002
Cari amici,
l'idea che con le manipolazioni genetiche si possano programmare nuove forme di vita, spostando i geni da un genoma all'altro, fa parte di una logica semplificatrice o "riduzionista", che assimila la materia vivente a quella inanimata, la biologia alla fisica ed alla meccanica, e che interpreta la complessità dei sistemi viventi come una somma di relazioni lineari di causa-effetto. Questa logica, oggi dominante nel mondo scientifico, non riesce ad interpretare i fenomeni naturali perché non tiene conto della loro complessità. Essa è tuttavia funzionale a chi, con la promessa di apportare una presunta "miglioria" nella nostra vita, vuole in realtà usare la modifica genetica come alibi per privatizzare il vivente (le piante, gli animali ed i geni umani, ormai tutti brevettabili) con il chiaro intento di controllare i mercati mondiali, in particolare quelli alimentari.
Questa stessa logica riduzionista, anche in questo caso molto utile agli interessi privati, viene applicata da chi sostiene che le prove effettuate sull'animale possano dare un’indicazione o un orientamento sulla risposta dell'organismo umano: chi sostiene ciò non tiene, infatti, in alcun conto le infinite differenze che intercorrono tra una specie e l'altra (nel metabolismo, nella genetica, nella fisiologia, nell'immunologia, ecc. ecc.) (vedi Nota). Nella nostra critica scientifica alla sperimentazione animale abbiamo dunque sempre contestato la cultura riduzionista ed è questa la ragione per cui, primi in Italia, abbiamo sempre denunciato i rischi derivanti dalla diffusione degli Ogm, organismi geneticamente modificati (sul piano scientifico, ma anche su quello economico, sociale, ambientale).
Questa breve introduzione vi vuole illustrare il tema di un importante seminario che quest’anno abbiamo organizzato al Forum Sociale Europeo di Firenze (8/11/02), il cui titolo era "La cultura riduzionista e la sperimentazione animale".
Il movimento dei Forum Sociali, detto anche "no-global", si prefigge, partendo dal basso, ovvero dalle Organizzazioni della Società Civile, di individuare e promuovere delle nuove regole di giustizia e di democrazia nella gestione del pianeta. Abbiamo ritenuto estremamente importante inserire il dibattito sulla sperimentazione animale nelle tematiche del movimento e lo abbiamo fatto con una riflessione su tutta la cultura scientifica. Il folto pubblico del Forum, che affollava la grande sala, si è infatti mostrato molto sensibile al nostro tema.
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Nota: Un esempio recente è nella notizia riguardante la vitamina E, per molti decenni promossa e venduta (con lauti guadagni delle industrie) quale coadiuvante della fertilità, del sistema nervoso e muscolare. Oggi ci è stato rivelato che in realtà essa “ è al centro di una colossale mistificazion che ha convogliato verso l’industria farmaceutica fiumi d’oro.. Insomma è un pallone gonfiato.. Per i topi è indispensabile: se il loro cibo ne è privo essi vanni incontro ai suddetti gravi segni di carenza. Ma per gli umani no. Se la loro alimentazione ne è priva, non presentano alcun danno visibile … si è tentati di dire: sono vitamine per topi, ma non per la
specie umana …” (L'Espresso, 28/11/02)
La presenza di relatori di grande prestigio internazionale e nazionale, tra cui Vandana Shiva (India), direttrice del “Centro per la Scienza, Tecnologia e Politica delle Risorse naturali” di Dehra Dun, Jean Pierre Berlan (Francia), direttore di ricerca presso l'”Institut National de la recherche agronomique” (INRA) di Montpellier, Claude Reiss (Francia), tossicologo molecolare e direttore del “Comitato Scientifico Pro Anima”, Gianni Tamino (Italia), Stefano Cagno (Italia), nonchè la presentazione dell'evento alla stampa il giorno precedente da parte di Dario Fo, sono state le ragioni di un grande successo e di una eccezionale affluenza.
Va ricordato che il Forum Europeo, che si è svolto a Firenze, è uno dei Forum continentali preparatori del Forum annuale Mondiale, programmato, per la sua terza edizione, il prossimo anno dal 23 al 28 gennaio, a Porto Alegre (Brasile).
Ma la nostra attività di quest’anno è iniziata con un altro evento di grande rilievo, promosso da un coordinamento di 18 ONG di tutto il mondo, tra le quali il CSA è la unica europea: durante il 2° Forum Sociale Mondiale a Porto Alegre è stato lanciato (il 2/02/02) il "Trattato Internazionale per la Condivisione del Patrimonio Genetico".
Questo Trattato, il cui primo ideatore è stato Jeremy Rifkin, presidente della “Foundation on Economic Trends” (FOET), si propone di abolire in tutto il mondo le leggi che consentono la brevettazione della materia vivente e stabilisce che il patrimonio genetico del pianeta è un bene comune di tutta l’umanità e non può essere oggetto di proprietà intellettuale. Tra le quasi mille conferenze che si sono svolte a Porto Alegre, la presentazione del Trattato è stata una delle iniziative più significative ed una delle proposte più concrete.
Hanno partecipato al lancio alcune delle persone che, nel mondo, si sono maggiormente impegnate nella lotta contro gli Ogm ed i brevetti: Vandana Shiva, Pat Mooney, direttore dell’“Action Group on Erosion, Technology and Concentration” (ETC), Mark Ritchie, presidente dell’”Institute for Agriculture and Trade Policy” (IATP) ed altri. Hanno inoltre dato il loro sostegno all'iniziativa, nel corso di una conferenza stampa, il presidente dei Verdi di Porto Alegre ed il presidente dei Verdi italiani Alfonso Pecoraro Scanio (grazie al quale il trattato ha ottenuto, all'unanimità, un voto di sostegno nell'assemblea parlamentare).
Il Trattato, che ha già ottenuto l’adesione di circa 400 ONG, è stato nuovamente il tema di un seminario da noi organizzato insieme alla Foundation on Economic Trends di Jeremy Rifkin ed insieme ad altre associazioni promotrici, al Palazzo dei Congressi a Roma, nel Forum delle ONG per la Sovranità Alimentare, parallelo al vertice della FAO sull’alimentazione (giugno 2002). Anche questa volta una conferenza stampa dei Verdi ha annunciato la nostra iniziativa, che ha visto la partecipazione di Pat Mooney, Vandana Shiva, Bill Christison, Presidente del “National Family Farm Coalition” (NFFC), e molti altri nomi importanti.
La nostra attività si è dunque molto estesa, quest’anno, soprattutto in ambito internazionale e all’interno del movimento che a noi piace chiamare “di Porto Alegre”, la città brasiliana dove nel prossimo mese di gennaio ancora una volta sarà possibile ascoltare le persone più “illuminate” per quanto riguarda la difesa dei diritti, le persone il cui impegno e la cui competenza potranno aiutarci a raggiungere i comuni ideali di pace e di giustizia.
Per quanto riguarda le numerose altre attività di quest'anno:
- La coalizione Genet, di cui facciamo parte con il CSA, mi ha nuovamente eletta come membro del suo Consiglio, ed ho, di conseguenza, partecipato a diverse riunioni: a Luc-en-Diois (Francia) in aprile, a Londra in agosto ed a Bruxelles in ottobre.
- Il periodo di fine agosto ed inizio settembre ha poi visto sia me che Gianni Tamino, a Johannesburg, Sudafrica, per il Global Peoples Forum (il Forum delle ONG), Forum alternativo al Vertice Mondiale sullo sviluppo Sostenibile organizzato dalle Nazioni Unite (”Dieci anni dopo Rio de Janeiro”): un altro momento molto importante di confronto con tutte le ONG che nel mondo operano a favore della tutela dell’ambiente e di un rinnovamento dell’intera società.
Ritornando in Italia ed alle non meno importanti attività locali:
- Siamo molto grati a Massimo Tettamanti per avere portato il numero delle facoltà scientifiche delle università italiane che hanno abolito la sperimentazione animale nella didattica al 70%, ed anche per il suo costante impegno in numerose altre iniziative europee, volte all’abolizione della sperimentazione animale.
Siamo sempre grati, inoltre, a Gianni Tamino ed a Stefano Cagno per l'instancabile attività di conferenze e di interventi.
- Siamo particolarmente grati a Daniela Guerra, consigliere Verde della Regione Emilia Romagna, per avere proposto l’abolizione totale della sperimentazione animale nella sua regione e per avere ottenuto che fossero aboliti sperimentazione e commercio di cani e gatti (per fini di ricerca) su tutto il territorio. E' un primo passo importante, che dovrebbe costringere l'allevamento Morini (uno dei maggiori fornitori in Italia di animali per la vivisezione) ad una riconversione della sua attività.
- Abbiamo, inoltre, creato una importante alleanza (sancita da una conferenza stampa che si è svolta a Parigi il 10/3/02) tra i Comitati Scientifici Antivivisezionisti italiano, francese ed inglese (CSA, "Pro Anima” e DLRM), che potrebbe, dall'anno prossimo, intraprendere iniziative comuni. Il nome dell'alleanza è AFRS: Alliance For Responsible Science.
- Abbiamo anche raggiunto una decisione importante: quella di cambiare il nome del CSA in un nome più facile da comunicare, in particolare all'estero, e che sia, inoltre, maggiormente attinente alle tematiche, ormai molto più ampie, di cui ci occupiamo. L’annuncio ufficiale verrà fatto nel 2003. Il nome, che ha già iniziato a circolare con successo, è EQUIVITA (sottotitolo: "comitato scientifico antivivisezionista"). Siamo molto grati alla Nomen, la più prestigiosa agenzia d'Italia per la ricerca di nomi e marchi, per la sua collaborazione volontaria.
- L’anno 2002 è stato anche l’anno in cui Alberta Dettori, webmaster e colonna portante della nostra unica “unità operativa” di Roma, ha deciso, dopo quasi dieci anni di collaborazione e grandissimo impegno nel Fondo e nel CSA, di dedicarsi totalmente al suo figlio primogenito: un bambino fortunato. Alberta è stata sostituita da un’altra “militante” e collaboratrice molto speciale, la dott. Federica Barbera (da lungo tempo già a fianco a noi in varie iniziative).
La situazione economica:
malgrado i contributi di molti fedeli sostenitori, la nostra situazione economica è sempre molto difficile: ancora una volta, siamo costretti ad appellarci alla vostra generosità per proseguire tutto ciò che abbiamo intrapreso.
Le nostre attività rischiano di essere ridotte per mancanza di fondi: ogni aiuto, anche se modesto, che potrete darci, sarà estremamente gradito.
Vi inviamo i nostri pensieri più affettuosi per un felicissimo Natale e per l’Anno Nuovo, con l’augurio di poter continuare a lavorare tutti insieme nella costruzione di un mondo migliore, “con molto coraggio, molta solidarietà e molta umanità”… come dice la canzone di Porto Alegre .
Fabrizia de Ferrariis Pratesi
Vi proponiamo la lettura di qualche brano estratto dalle relazioni dei nostri conferenzieri:
Dall’intervento di Jean Pierre Berlan al seminario sul Trattato per la Condivisione del Patrimonio Genetico a Porto Alegre (2/2/02)
Secondo un testo di Frédéric Bastiat, giornalista economista liberale del XIX° secolo:
Nel 1845 i fabbricanti di candele, lumi, lampade, candelabri, di olio da ardere, alcool, sugna, ed in generale di tutto quanto ha a che vedere con l'illuminazione, si rivolgevano ai membri della Camera dei Deputati in questi termini:
"Signori,siamo vittime dell'intollerabile concorrenza di un produttore rivale straniero che si trova in una condizione di tale superiorità rispetto a noi, per quanto riguarda la produzione di luce, che egli ne inonda il nostro mercato nazionale ad un costo incredibilmente ridotto; infatti, appena egli compare, la nostra vendita cessa e tutti i consumatori si rivolgono a lui, con la conseguenza che un settore intero dell'industria francese, le cui ramificazioni sono innumerevoli, viene istantaneamente colpito dalla stagnazione più totale. Questo rivale, che è il sole, ci fa una guerra totale.
Preghiamo voi, gentili Onorevoli, di avere la compiacenza di emanare una legge che imponga la chiusura di tutte le finestre, dei lucernai, vasistas, occhi di bue, in una parola di tutte le aperture e fessure dalle quali la luce solare ha
l'abitudine di entrare nelle case, con grave pregiudizio delle belle industrie di cui ci vantiamo di avere dotato il paese, che di certo non vorrà abbandonarci in una lotta così impari. Del resto, se voi chiudete ogni accesso possibile alla luce naturale e create in tal modo il bisogno della luce artificiale, quale è l'industria francese non sarà avvantaggiata?"
Frédéric Bastiat lottava nel 1845 contro il protezionismo.
Centocinquanta anni dopo, gli impostori neo-liberisti del complesso genetico-industriale (delle multinazionali biotech) denunciano il cosiddetto, in realtà inesistente, "privilegio dell'agricoltore” ovvero la consuetudine millenaria di riseminare il seme raccolto, per farsi conferire, in nome di una loro sedicente filantropia verde, un privilegio ben reale: quello della capacità delle piante e degli animali di moltiplicarsi. Facendo della riproduzione il privilegio di un gruppo di multinazionali, la direttiva europea 98/44 (che consente i brevetti sulla materia vivente) equivale ad una condanna delle porte e finestre delle nostre case per consentire ai fabbricanti di candele (genetiche) di lottare contro la concorrenza sleale del sole!
La velocità con la quel procedono queste nuove limitazioni per il vivente non ci impone allora di studiare velocemente le restrizioni necessarie da imporre all'amore ed alla sessualità umana che portano danno all'utilizzo delle tecniche, brevettate, di riproduzione clonata?
Dall’intervento di Claude Reiss al Seminario “la cultura riduzionista e la sperimentazione animale” - Firenze, 8/11/02
Una specie è definita dal suo isolamento riproduttivo. Ciò vuol dire che gli individui di una specie non possono incrociarsi con quelli di un’altra specie. Questo è la conseguenza del fatto che l’insieme delle caratteristiche genetiche di ogni specie, ovvero il genoma di ogni specie, è particolare, è unico. Poiché, come voglio ricordare, le caratteristiche genetiche determinano tutto l’insieme del comportamento biologico dell’individuo, che è specifico dell’individuo, si ha una dimostrazione matematicamente rigorosa del fatto che nessuna specie può essere modello biologico di un’altra. Prendere dunque dei roditori, o dei cani, o dei gatti, o delle scimmie, quali modelli biologici per l’uomo è qualcosa che non ha alcun senso, che è totalmente antiscientifico. E’ puro delirio. Tuttavia può essere molto utile. Vi faccio un esempio molto semplice: io sono biologo tossicologo. Voi siete produttori di un prodotto X, che potrebbe essere cancerogeno. Mi date il vostro prodotto da testare ed io ricorro ad un ceppo di topi che ha pochissime probabilità di sviluppare un tumore. Su un centinaio di topi 2 o 3 soltanto sviluppano un tumore. Rientra nella norma, ed il prodotto viene commercializzato. Ma voi avete un concorrente che produce lo stesso prodotto e vorreste che quello del concorrente venisse dichiarato cancerogeno. Mi date quest’altro prodotto e siccome questa volta utilizzerò un ceppo di topi molto soggetto al tumore, il 90 o 95% degli individui si ammalerà. Se, inoltre, nutrirò molto male gli individui soggetti a tumore e molto bene quelli non soggetti, acquisirò ancora un fattore 10. Per l’industriale è un vantaggio avere l’obbligo del test di cancerogenicità. Questo è vero soprattutto per i farmaci.
Ogni anno in Francia 1,3 milioni di persone si ritrovano in ospedale per gli effetti negativi dei farmaci e 20.000 decedono per la stessa causa
Dall’intervento di Stefano Cagno al Seminario “la Cultura riduzionista e l sperimentazione animale” - Firenze, 8/11/02
Nel 1954 Richard Doll, ricercatore britannico, dimostrò grazie ad una ricerca epidemiologica che il fumo di sigarette predisponeva ad ammalarsi di cancro al polmone. I vivisettori dissero che l’osservazione era molto interessante ma che, per avere un valore scientifico, bisognava verificarla negli animali da laboratorio. In questo caso si arrivò ad una situazione paradossale: ciò che era già stato dimostrato nell’uomo con ricerche di tipo epidemiologico, per essere considerato valido, doveva essere ripetuto nell’animale da laboratorio. Purtroppo però questi ultimi non si ammalano di tumore al polmone! Esistono delle foto grottesche in cui si vede un coniglio fumare dodici sigarette contemporaneamente! Naturalmente bloccato in un apparecchio di contenzione. E guarda caso queste ricerche in buona parte erano finanziate dalle industrie del tabacco. Dopo decenni in cui gli esperimenti sugli animali non avevano confermato alcuna ragione di allarme ed in cui le industrie del tabaccofurono libere di fare quello che volevano, finalmente, i dati epidemiologici furono talmente numerosi che nemmeno i vivisettori poterono negare la relazione tra fumo di sigarette e cancro al polmone umano. D’altro canto come possiamo stupirci di quanto accaduto nelle ricerche sul tumore polmonare se il 46% delle sostanze cancerogene per i ratti non lo sono nei topi? Come possiamo pensare di capire cosa succede nell’uomo, quando ratti e topi, cioè due specie di roditori si comportano in maniera differente nel 46% dei casi? Affidarci alla vivisezione o ai dadi sono due metodi che possiedono lo stesso valore scientifico.
Nel 1998 sono state pubblicate su IAMA, una delle riviste scientifiche più importanti al mondo, due ricerche condotte negli Stati Uniti d’America, ossia nella nazione tecnologicamente più avanzata, che hanno dimostrato come il 52% dei farmaci commercializzati in questa nazione avevano presentato gravi reazioni avverse, ossia avevano provocato morte, rischio di morte o invalidità permanente. Tutti questi farmaci erano stati precedentemente giudicati sicuri negli animali. In conseguenza di ciò, centomila statunitensi ogni anno muoiono per le reazioni avverse da farmaci, tutti considerati assolutamente innocui con i test sugli animali! Pertanto la patologia da somministrazione di farmaci , da un punto di vista epidemiologico e statistico, è la quarta/quinta causa più frequente di morte negli Stati Uniti d’America. E ancora possiamo ricordare che tutti i primi trapiantati di qualsiasi tipo d’organo: cuore, polmone, fegato, reni o quant’altro, sono tutti morti, nonostante i chirurghi precedentemente si erano “fatti la mano” sugli animali! O forse sarebbe meglio dire che sono morti perchè i chirurghi precedentemente si erano “fatti la mano” sugli animali.