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Newsletter Ogm e la loro diffusione nel Mondo
marzo 2012
OGM, gli usa aumentano l’uso di glisofato
FONTE:www.fondazionedirittigenetici.org
14 febbraio 2012
Nei prossimi anni l’uso del glifosato, applicato alle piante GM, potrebbe addirittura raddoppiare a causa della rapida diffusione delle erbe infestanti, con conseguenze gravi sull’ecosistema e la produttività agricola.
Lo affermano ricercatori della Penn State University (PSU, Usa) che hanno svolto un’indagine per valutare il fenomeno dell’emergenza delle erbacce resistenti al glifosato e i sistemi di intervento più idonei al loro trattamento.
Secondo i ricercatori, ben 21 specie di erbe infestanti , hanno sviluppato la tolleranza a più di un erbicida a base di glifosato, utilizzando diversi processi biochimici per limitarne l’impatto. Le aziende produttrici, dal canto loro, promuovono il ricorso ad un mix di diserbanti a base di glifosato e a nuove generazioni di semi OGM con sempre più tratti genetici di resistenza.
Questa soluzione non è sostenibile a lungo termine. l’incremento nel quantitativo degli erbicidi, provocherà danni alle altre colture più sensibili e gravi conseguenze sull’ecosistema, per la salute umana e animale. Inoltre, in molte aree agricole ci sono già esempi di piante infestanti resistenti a due o più erbicidi, e quindi sarebbe meglio utilizzare metodi di gestione integrata delle infestanti in modo tale da abbassare l’uso dei diserbanti del 94%.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista BioScience.
Mais ogm nuove evidenze di rischio
27 febbraio 2012
FONTE: www.fondazionedirittigenetici.org
Le tossine Bt ad azione insetticida, attive nelle piante GM, producono un effetto tossicologico sulle cellule umane e presentano degli effetti collaterali. Questo risulta da uno studio condotto da ricercatori guidati dal Professor Gilles-Eric Séralini dell’Università di Caen, in Francia, che hanno testato per la prima volta l’impatto delle tossine Bt Cry1Ab e Cry1Ac, di mais e soia GM, su cellule embrionali del rene umano.
Lo studio francese ha condotto anche ricerche sull’erbicida a base di glifosato, il Roundup,commercializzato da Monsanto, facendo emergere un danno alle cellule umane impiegando dosi ben inferiori a quelle usate in agricoltura.
Il Professor Séralini afferma che finora i rischi legati alle tossine Bt e allo stesso glifosato sono stati sottovalutati e che andrebbero condotte maggiori ricerche sugli impatti delle tossine stesse. Informazioni che andrebbero raccolte molto in fretta, visto che molti OGM di più recente generazione presentano diverse tossine Bt .
Piano danese sugli OGM bloccato da divisioni nel consiglio
01-03-2012
FONTE: www.europolitics.info www.genet-info.org
La Presidenza Danese vorrebbe concedere maggiore libertà agli Stati nell’applicare leggi più o meno ristrettive sulle coltivazioni GM. La Danimarca vorrebbe consentire agli Stati di sviluppare accordi con le industrie biotech, oppure permettere loro di vietare una determinata coltura GM senza attendere le valutazioni dell’UE.
Le continue opposizioni da parte di un certo numero di Stati membri, incluse Francia e Germania, per cambiare le regole riguardo le coltivazioni GM, potrebbero indurre la Danimarca a frenare i propri sforzi di giungere ad un compromesso nel prossimo Consiglio sull’Ambiente del 9 marzo.
Ad una riunione preparatoria del Consiglio sull’Ambiente, degli Stati membri dell’UE, il 28 febbraio, la minoranza formata da Germania, Francia, Belgio e Svezia ha affermato che la proposta della Presidenza Danese fosse giuridicamente infondata, in quanto questa avrebbe permesso di rinazionalizzare le autorizzazioni riguardo gli OGM e perturbato il mercato interno.
Italia e Spagna hanno manifestato il loro appoggio al testo, nonostante necessiti di miglioramenti legali; UK, Slovacchia e Irlanda hanno proposto che gli Stati avrebbero dovuto avere solo la possibilità di ratificare accordi con le compagnie biotech anche prima che queste ottengano l’approvazione dell’UE.
I funzionari della Commissione sono stati cauti riguardo tale proposta, in quanto verrebbe compromesso il ruolo dell’EFSA (European Food Safety Authority) nelle valutazioni di sicurezza ambientale. La Danimarca potrebbe abbandonare tale proposta se non ottiene in poco tempo l’appoggio della maggioranza dei ministri dell’ambiente europei.
Nemmeno le associazioni ambientaliste sono d’accordo con la proposta che la Presidenza Danese ha fatto al Consiglio dei Ministri dell’Ambiente europei. Nella proposta si parla anche di test sugli animali, questa ha reso furiose le associazioni ambientaliste e che si battono per i diritti degli animali. L’Eurogruppo per gli Animali ha affermato come i test siano completamente inutili e non c’è motivo di renderli obbligatori, come vorrebbe la Danimarca.
UE nessun accordo sugli OGM
FONTE: www.fondazionediritti genetici.org
09-03-2012
Non è stato raggiunto nessun accordo a Bruxelles riguardo le proposte di modifica del sistema di autorizzazione degli Ogm presentata dalla Danimarca. La proposta prevede la possibilità, per uno stato membro, di chiedere alle aziende biotech di essere escluso dalle richieste di approvazione di un OGM. Se le industrie rifiutano di concedere l’esenzione, lo Stato interessato può presentare opposizione presso la Commissione Europea.
Francia, Regno Unito, Germania, Belgio e Irlanda si sono opposte alla proposta di compromesso Danese rispetto la proposta iniziale della Commissione. Questa prevedeva che gli Stati membri potessero decidere se vietare o meno la coltivazione di un OGM, già approvato nella UE, per motivi non in conflitto con la valutazione del rischio, effettuata dall'EFSA ai sensi della legislazione sugli OGM.
Il ministro Clini si è espresso in favore della riforma Danese mentre le organizzazioni ambientaliste sono contrarie al compromesso, che porrebbe sullo stesso piano stati sovrani ed aziende private, attribuendo agli organismi di lobby delle aziende un ruolo formale nel processo di decisione politica.
Alla luce del mancato accordo la Danimarca bloccherà i lavori sugli OGM fino alla fine del suo mandato, il 30 giugno.
Usa, inefficacie il mais OGM della Monsanto
FONTE: www.fondazionedirittigenetici.org
23-03-2012
Negli Usa, le piante di mais GM resistenti alla diabrotica, un insetto predatore del mais, si stanno rivelando inefficaci. L’allarme è stato lanciato da ventidue entomologi, che hanno scritto una lettera indirizzata all’Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA)nella quale espongono il problema che colpisce il mais MON 88017, dotato della proteina Cry3Bb1e sviluppato da Monsanto. Sono stati effettuati controlli in Illinois, Iowa, Minnesota, Nebraska and Sud Dakota.
Già dallo scorso anno alcuni ricercatori dello Iowa State University avevano segnalato la necessità di rivedere le linee guida per la gestione delle coltivazioni transgeniche, dopo aver attestato la presenza di più del 50% di popolazione di insetti resistente alla proteina Cry3B1.
Gli entomologi, sono ora preoccupati per i possibili danni al sistema di produzione agricola di ampie aree basato sulla monocoltura del mais destinato sia all’industria mangimistica sia a quella di trasformazione in bioetanolo. Gli entomologi hanno affermato, tra l’altro, che intervenire seminando a rotazione un altro mais biotech o con maggiori applicazioni di insetticida, come suggerito da Monsanto, aumenterebbe i costi di gestione, il danno ambientale e la resistenza sviluppata dalla diabrotica.
Il vero problema è invece nell’inefficacia del tipo di mais adottato e seminato in un’area che non necessitava di tale protezione.
Monsanto, condanna per intossicazione da pesticidi
FONTE: www.fondazionedirittigenetici.org
7 febbraio 2012
La Corte d’appello di Lione, in Francia, ha condannato la multinazionale Monsanto a risarcire Paul Francois,un agricoltore, per i danni derivanti dall’uso di un pesticida. Egli era stato esposto nel 2004 all’inalazione del Lasso, un erbicida vietato in molti paesi tra cui Canada, Gran Bretagna e Belgio, ma presente in Francia fino al 2007.
Secondo l’accusa, Monsanto, non ne aveva segnalato l’esatta composizione, del Lasso e i danni che avrebbe potuto causare l’inalazione di questo. Per i legali della multinazionale, invece, non ci sarebbe alcuna corrispondenza tra i sintomi dell’agricoltore e l’uso dell’erbicida.
Nel maggio del 2005, un anno dopo aver inalato i vapori, sono state trovate nell’agricoltore tracce di monoclorobenzene , il solvente presente nell’erbicida Lasso.
Poiché l’intossicazione ha provocato nell’uomo gravi problemi neurologici e invalidità, il giudice ha stabilito che un esperto dovrà valutare l’ammontare del risarcimento.
Francois ha ottenuto lo status di invalidità solo dopo il ricorso al tribunale, vista la difficoltà di dimostrare il rapporto causa-effetto tra uso del pesticida e patologia, e per questo ha promosso la nascita di un’associazione per far riconoscere la propria patologia neurologica come malattia professionale.
Nonostante la tossicità del Lasso fosse stata riconosciuta già nel 1998, la Francia, il più grande produttore agricolo dell'Unione Europea, lo ha vietato soltanto nel 2007.
La Francia ristabilisce il divieto per il mais MON810
FONTE: www.reuters.com www.foodnavigator.com
06-03-2012
La Francia ristabilirà il divieto di coltivare mais MON810, per salvare la prossima semina e salvaguardare gli agricoltori. Gran parte dell’opinione pubblica francese è contraria a prodotti transgenici, e con le elezioni Presidenziali alle porte, il Governo intende bandirli dal proprio territorio. La Francia presenterà una clausola di salvaguardia che vieterà tale mais, sulla base di prove già inviate all’UE e su altre motivazioni scaturite da una consultazione pubblica che confermano la pericolosità del prodotto di proprietà della Monsanto. Così facendo la Francia si pone al sicuro da eventuali decisioni da parte della Commissione Europea favorevoli alla semina del mais MON810. La clausola prevede che se un prodotto autorizzato dalla Commissione viene reputato dannoso per la salute e l’ambiente, questo può essere vietato sul territorio nazionale.
Nonostante questo, la Monsanto aveva già deciso ad inizio 2012 che non avrebbe più commercializzato il proprio prodotto MON810 in Francia.
La rivista FoodNavigator ha promosso un sondaggio presso i propri lettori, i cui risultati hanno mostrano come il 73% di 971 persone che vi hanno preso parte sia contrario agli OGM, e vorrebbe che la Commissione Europea vietasse presso i propri Stati membri questi prodotti.
Attualmente l’ Unione Europea non ha preso decisione contro il mais MON810, in base a studi prodotti dall’ EFSA (European Food Safethy Authority) che in parte smentiscono i risultati messi in evidenza dalle ricerche francesi e che affermano la pericolosità di tale prodotto transgenico. Tuttavia, la Francia si è premunita attuando una clausola di salvaguardia contro il mais GM, come già hanno fatto Germania, Ungheria, Austria, Belgio, Grecia e Lussenburgo.
FDA (Food and Drugs Administration) risponde alla campagna di etichettatura degli OGM ma si distingue per numero di sostenitori
FONTE: www.chicagotribune.com www.genet-info.org
26-03-2012
La FDA ha dovuto rispondere alla petizione che chiedeva una regolare etichettatura per i prodotti GM. La risposta è stata che l’agenzia dopo 180 giorni non aveva preso una decisione. Tuttavia mentre gli organizzatori della petizione affermano di aver raccolto più di 1 milione di firme, la FDA afferma che le firme sono soltanto 394. L’enorme differenza nel numero dei firmatari, secondo la FDA, è dato dal formato con cui i file sono stati loro inviati. Gli organizzatori però si appellano al fatto che l’agenzia avrebbe potuto avvertirli immediatamente del disguido, piuttosto che attendere 180 giorni. La FDA è però tenuta a rispondere entro 180 giorni a prescindere dal numero di firmatari, quindi gli organizzatori non possono appellarsi al fatto che questi hanno atteso proprio la scadenza dei 180 giorni per dire loro che non avevano preso decisioni rilevanti in merito alla questione dell’etichettatura degli OGM e per avvertirli del disguido.
Gli organizzatori della petizione vedono nella volontà di non decidere una celata volontà a non voler porre etichette sui prodotti GM da parte del Governo. Decisione che si scontra con la volontà dei cittadini americani la quale, come succede anche in Europa, viene spesso ignorata per consentire gli interessi delle multinazionali del biotech.
Nuove prove sulla tossicità del RoundUp: provoca danni cellulari e al DNA
28 marzo 2012
FONTE: Fonte: http://www.i-sis.org.uk/Glyphosate_Toxic_to_Mouth_Cells.php
Siegfried Knasmueller e i suoi colleghi della Medical University di Vienna hanno riscontrato che la nuova versione del famosissimo erbicida RoundUp della Monsanto, l’Ultra Max, provoca danni cellulari e al DNA fino ad uccidere completamente le cellule se somministrato in grandi quantità soprattutto con riferimento alle cellule dell’apparato respiratorio, essendo l’inalazione il modo più comune con cui si entra in contatto con questa sostanza.
Dei danni cellulari, però, si verificano anche con concentrazioni più basse.
Tali danni sono stati accertati tramite l’analisi di campioni di sangue di persone esposte al RoundUp in Argentina e Ecuador. In tali regioni, essendo l’erbicida altamente solubile in acqua, ne sono state trovate tracce nelle piogge, nei fiumi, nell’aria e nelle falde acquifere e rilevati danni cellulari in molte specie di animali acquatici e anfibi.
Pubblicato il parere scientifico dell’EFSA sulla patata GM Amflora
28 marzo 2012
FONTE: FONDAZIONE DIRITTI GENETICI, EFSA
Il Ministero della Salute austriaco è stato incaricato di preparare un atto normativo in cui si motiva la decisione di bandire dal commercio la patata transgenica Amflora considerata un rischio per la salute umana e ambientale. Tale atto è stato inviato alla Commissione Europea che ha chiesto all’EFSA (European Food Security Agency) di valutare gli elementi scientifici a favore della proibizione nel mercato dell’Amflora.
Il panel pubblicato dall’EFSA conclude che:
ü Non sono stati forniti nuovi dati scientifici sulla sicurezza del gene nptII.
ü Il rischio sollevato dalla formazione di strutture di geni di aminoglycoside
phosphotransferase non può essere calcolato senza dati che documentino l’esistenza di questo tipo di strutture. Tali dati non sono stati forniti.
ü Non c’è evidenza che indichi la resistenza agli antibiotici nei batteri che si sono sviluppati come risultato dell’acquisizione del gene nptII.
ü Le incertezze e i dubbi osservati dall’Austria erano già stati considerati dall’EFSA. L’Austria non ha fornito ulteriori dati così che l’EFSA ha reiterato il parere scientifico rilasciato nel 2010 secondo il quale la coltivazione della patata Amflora non ha avuto effetti negativi sulla salute umana, animale e ambientale.