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Newsletter ottobre 2010

29/10/10
Brusca inversione di rotta negli Stati Uniti: i geni non sono brevettabili

Fonte: The New York Times

Il Governo degli Stati Uniti ha dichiarato lo scorso venerdì che i geni umani e di altro tipo non sono brevettabili perché sono parte della natura. La nuova posizione è stata delineata in un documento depositato dal Dipartimento di Giustizia presso la Corte d’Appello Federale, nell’ambito di una controversia riguardante due geni, BRCA1 e BRCA2, che potrebbero predisporre la donna al cancro al seno e alle ovaie, e che sono stati brevettati dalla società Myriad Genetics nel 1998.
Il Dipartimento di Giustizia ha definito la struttura chimica dei geni “un prodotto della natura”, specificando che essa resta tale anche quando sia stata isolata dall’organismo di origine, non diversamente da quanto accade alle fibre del cotone separate dai semi o al carbone estratto dalla terra. Una posizione contrasto con la pratica dell’Ufficio Marchi e Brevetti, degli Istituti Nazionali di Sanità e di altre agenzie governative, che negli ultimi anni hanno chiesto e ottenuto migliaia di brevetti sui geni, ma che per ora non investe il dominio degli Organismi geneticamente modificati ritenuti legittimi in quanto manipolazioni del DNA attuate dall’uomo.
Secondo James P. Evans, docente di genetica e capo della task force consultiva sui brevetti sui geni istituita dal Governo, si tratta di “una decisione di portata storica”. Nonostante i brevetti sui geni siano rilasciati da decenni, infatti, la brevettabilità del materiale genetico non è mai stata esaminata in sede legale.

19/10/10
Commissione europea propone una moratoria quinquennale sulla clonazione animale per la produzione di alimenti
Fonte: Relazione e comunicato stampa della Commissione europea

In una relazione presentata oggi al Parlamento europeo e al Consiglio, la Commissione europea ha proposto di sospendere per cinque anni la clonazione di animali per la produzione di alimenti, l’uso di cloni animali e l’immissione in commercio dei prodotti da questi derivati.
Resta, tuttavia, consentita l’importazione da paesi terzi di materiale riproduttivo derivato da cloni (per cui si prevede l’istituzione di un sistema di tracciabilità), nonché l’importazione e l’immissione sul mercato di alimenti derivati da progenie di cloni. Questi ultimi dovrebbero essere disciplinati dal “Regolamento sui nuovi prodotti alimentari” attualmente in corso di revisione.
Rispetto alla risoluzione emessa dal Parlamento europeo nel 2008 si tratta, quindi, di una misura di portata limitata, che come ammette il Commissario alla Salute John Dalli, intende rispondere alle obiezioni sollevate dal Parlamento e dagli Stati membri in merito al benessere degli animali clonati e, in misura minore, alla problematica etica inerente la tecnica della clonazione animale, senza abbordare la questione pur importante e aperta della sicurezza alimentare dei prodotti derivati dai cloni e dalla loro progenie.
Nel documento la Commissione spiega, infatti, che mancando disposizioni in materia di sicurezza alimentare o sanità animale da parte degli organismi internazionali competenti (Codex Alimentarius e Organizzazione Mondiale della Salute) sarebbe difficile imporre restrizioni commerciali nei confronti delle importazioni provenienti da paesi terzi, mentre in Europa nel 2008 l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha emesso parere favorevole sulla sicurezza degli alimenti derivati dai cloni e dalle loro progenie pur esprimendo riserve sul benessere degli animali stessi.
La clonazione animale resta consentita per fini di ricerca, per la produzione di prodotti farmaceutici e per la conservazione di razze o specie animali a  rischio di estinzione.

16/10/10
Consiglio Ambiente europeo boccia la proposta della Commissione sulla “rinazionalizzazione” della politica sugli Ogm e chiede il rispetto delle conclusioni adottate dai ministri nel 2008
Fonte: INFOGM

I ministri dell’Ambiente europei, riuniti in Consiglio a Strasburgo il 14 ottobre scorso, hanno respinto ad ampia maggioranza la proposta presentata dalla Commissione a giugno 2010 per consentire agli Stati membri di proibire la coltivazione degli Ogm entro i confini nazionali.
Alcune delegazioni hanno dichiarato di non disporre ad oggi di informazioni sufficienti per valutare la proposta, altre hanno evidenziato la necessità di affrontare prima altri aspetti del dossier sugli Ogm, in particolare quello riguardante gli effetti a lungo termine delle colture transgeniche.
Riserve sono state sollevate inoltre da più parti sull’effettiva praticabilità delle misure proposte dalla Commissione, soprattutto per quando riguarda la conformità di queste con le regole del WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio) e del mercato interno.
L’esecutivo europeo ha infatti tenuto a precisare sin dall’inizio che gli Stati membri non potranno vietare la coltivazione degli Ogm contestandone i rischi sanitari o ambientali (essendo questi, in teoria, già adeguatamente valutati dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare - EFSA). Tale limitazione ha però generato notevole incertezza sulle motivazioni da ritenersi valide ai fini dei divieti nazionali.
Generale è stata infine la richiesta di vedere rispettate le conclusioni adottate all’unanimità dal Consiglio dei ministri del dicembre 2008. In quell’occasione, i rappresentanti dei governi nazionali hanno chiesto un rafforzamento della procedura di valutazione degli Ogm, un’analisi delle conseguenze socio-economiche della coltivazione dei transgenici e un rafforzamento dell’EFSA.
Le posizioni espresse dal Consiglio dei ministri dell’Ambiente ricalcano quelle evidenziate dal Consiglio Agricoltura lo scorso 27 settembre. Il Parlamento europeo, ugualmente coinvolto nel dibattito sulla bozza di regolamento presentata dalla Commissione, si pronuncerà nel 2011.

14/10/2010
Brasile: esperto mondiale di genomica ammette: siamo stati ingenui

Fonte: Folha de Sao Paolo
Il direttore dell’Istituto nazionale di ricerca sul genoma umano (USA), Eric Green, esperto mondiale di genomica, ha fatto nel corso di un viaggio in Brasile un mea culpa per le promesse non mantenute del genoma umano. A dieci anni dalla presentazione del sequenziamento del genoma, Green ha riconosciuto che analizzare i dati ottenuti dalle ricerche e mettere i geni in relazione con le diverse malattie si è rivelato più difficile del previsto.
“Molti di noi pensarono allora”, ha dichiarato al quotidiano Folha, “che in breve tempo sarebbe stato possibile capire la relazione tra genoma e malattie, e che ciò avrebbe rapidamente mutato il volto della medicina. Oggi sappiamo che il cammino è ancora lungo e che c’è ancora molto lavoro da fare. Promettere il rapido avvento di progressi in campo medico è stato forse ingenuo da parte nostra”.
Secondo Green occorre riformulare il discorso pronunciato dal collega Francis Collins nel 2000, in occasione della presentazione delle ricerche sul genoma. All’epoca Francis dichiarò che nel giro di dieci anni test genetici avrebbero consentito di diagnosticare il cancro, il diabete e l’Alzheimer, ma ciò non è avvenuto.
Promesse, promesse …
Commento tratto dal blog “Em Pratos Limpos” (http://pratoslimpos.org.br/)
Resta in piedi anche questa volta il moribondo dogma centrale della biologia, anche noto come determinismo genetico, che vede i geni direttamente responsabili della conformazione e delle caratteristiche degli organismi viventi. L’epigenetica contesta da tempo il riduzionismo insito in tale approccio e cerca di studiare non i geni separatamente, ma il modo in cui questi interagiscono tra loro, con l’ambiente circostante e viceversa, dando luogo a una complessa rete metabolica.
Espressioni come “DNA spazzatura” discendono da questa ricerca di una mappatura dei geni e sono state utilizzate per dare un nome a ciò di cui si ignorava la funzione. Oggi appare sempre più chiaro che il cosiddetto “DNA spazzatura” non è affatto tale. Discende dalla stessa impostazione di fondo l’idea di poter tagliare, incollare, programmare, legare e slegare i geni tra loro. Un’impostazione che ha rafforzato l’idea che queste molecole siano “cose”. Può essere stata ingenuità scientifica per alcuni, come mostra il reportage riportato sopra, ma per molti è stato soprattutto un affare redditizio, basato sulla promessa di diagnosi e cura delle malattie di origine genetica. Lo stesso vale per i brevetti sui geni, resi possibili proprio dall’idea che i geni siano cose, oggetti a tenuta stagna, manipolabili e responsabili dell’espressione di caratteristiche specifiche e di interesse commerciale. Su questa concezione (scientificamente fragile) è stata edificata l’industria dei transgenici, auto-denominatasi “scienza della vita”.

10/10
Brasile: si diffonde la "soya pazza"
Fonte: Agribionotizie

In Brasile la chiamano "la malattia della soya pazza”: si è diffusa dal nord causando perdite fino al 40%, soprattutto nello stato del Mato Grosso, Ticantins e Goias. La malattia, ritenuta incurabile, ritarda a tempo indefinito la maturazione delle piante infette: le piante restano verdi fino a che poi marciscono nel campo. Le foglie alla sommità si assottigliano e gli steli si ispessiscono e diventano deformi. Le foglie inoltre diventano più scure rispetto alle piante sane. I baccelli, quando si formano, sono abnormi e con pochi fagioli. Per la soya pazza, non c'è cura in arrivo poiché i ricercatori ancora non sono concordi circa le cause di diffusione. Il primo sospetto è l'acaro nero che è stato trovato nelle stoppie, quando i fagioli vengono coltivati in sistemi di produzione senza aratura. Secondo la rete del Dip. USA dell'Agricoltura, ovvero la Global Agricultural Information Network, il Brasile ha 24 milioni di ettari in piantagioni di fagioli di soya, il 78 percento dei quali sono OGM . Degli scienziati americani con lunga esperienza, che studiano da decenni i glisolfati e i raccolti OGM tolleranti i glisolfati, hanno identificato più di 40 malattie riconducibili al glisolfato e la lista è in crescendo.



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