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Il Golden Rice

 

di Fabrizia Pratesi

 

Gli argomenti contro il "Golden rice" sono assai numerosi.

1) Per avere un giusto apporto di vitamina A un adulto dovrebbe consumare ogni giorno circa due chili di riso (peso a crudo, equivalente a circa 8 chili di riso cucinato), mentre lo stesso apporto di vitamina può essere coperto da una dieta normale, ad esempio con 300 g. di riso, 100 g. di carote e 100 g. di mango, dieta semplice e sostenibile per tutti, purchè un minimo sforzo venga fatto per diversificare le colture.

2) La carenza di vitamina A, prevalentemente diffusa in contesti di povertà, è raramente una sindrome isolata: la denutrizione deriva infatti dalla mancanza di molti altri elementi, come le vitamine C e D, il ferro, lo zinco, il selenio, il calcio, lo iodio, ecc. Dinanzi a deficienze nutrizionali multiple l'uso di un singolo nutriente per combattere la denutrizione non ha, di conseguenza, alcun senso.

3) La vitamina A può essere assorbita nell'uomo soltanto in presenza di sostanze grasse, oleose. Una dieta priva di grassi, come notoriamente tende ad essere nei paesi poveri, non ne consente l'assorbimento.

4) Esistono mille fonti di vitamina A molto più economiche. La più semplice è proprio nel tegumento, la pellicola che circonda il riso non trattato (risone). Questa pellicola viene eliminata con il brillantamento del riso, per conservarlo più a lungo (per l'esportazione) e per soddisfare il gusto dei paesi sviluppati. Una parte della produzione di riso non brillantato potrebbe essere destinata ai paesi poveri, magari gratuitamente o a prezzo molto basso. Del resto il riso integro ha fatto parte della dieta tradizionale asiatica fin tanto che la Rivoluzione Verde non ha imposto il riso bianco. Molte comunità rurali consumano ancora riso integro ed ora è ritornato ad essere richiesto anche da noi, proprio per le sue maggiori qualità nutritive.

5) Il progetto del "Golden rice" è stato finanziato  dalle fondazioni  Rockefeller e Ford, che hanno pure promosso l'IRRI (International Rice Research Institute), che ha avuto un ruolo principale nell'introdurre la Rivoluzione Verde nel Terzo Mondo. Ma nel recente 40° anniversario di questo isitituto, centinaia di coltivatori di riso delle Filippine hanno manifestato incolpando l'IRRI per l'introduzione delle colture GM e per la perdita della biodiversità nelle coltivazioni di riso in tutta l'Asia.

6) Nel golden rice si riscontrano tutte le caratteristiche indesiderate delle piante transgeniche, anche in misura accentuata, dal momento che il procedimento di transgenesi è in questo caso molto complesso:

a) vi è una combinazione di materiale genetico derivante da virus e batteri associati alle fitopatologie e da altre specie non commestibili;

b) queste associazioni di geni non sono mai esistite in miliardi di anni di evoluzione (non sono state

sottoposte alla selezione naturale);

c) vi è stata e vi sarà la creazione di sostanze impreviste provocata dall'inserimento casuale dei geni estranei nel genoma del riso; tali sostanze varieranno da una pianta all'altra;

d) i promotori virali (come quelli del CaMV, uno dei quali è legato al gene di resistenza agli antibiotici) stimolano l'instabilità del genoma, ovvero delle reazioni metaboliche incontrollabili;

e) l'instabilità del DNA transgenico aumenta la possibilità di un trasferimento genetico orizzontale. L'inquinamento genetico che ne deriverà avrà un impatto preoccupante sulla salute e sulla biodiversità. In particolare il gene di resistenza agli antibiotici potrà avere un effetto sulla fauna batterica associata a diverse malattie infettive;

f) il trasferimento genetico alla fauna batterica dell'intestino è stato dimostrato sia nell'intestino umano, sia in quello delle larve delle api;

g) il trasferimento genetico orizzontale dalla pianta ai funghi ed ai batteri del suolo è stato dimostrato, anche di recente, con la barbabietola da zucchero, con la quale il DNA estraneo persisteva nel suolo per almento due anni;

h) oggi si sa che tutte le cellule, incluse quelle degli esseri umani, sono in grado di raccogliere materiale genetico estraneo. Alcuni inserimenti di materiale genetico estraneo possono anche essere associati all'insorgenza del cancro;

i) il trasferimento genetico orizzontale derivante dal golden rice  può dunque causare resistenza agli antibiotici nei patogeni batterici ed anche causare la creazione di nuovi virus e batteri associati alle malattie;

 

7) L'industrializzazione dell'agricoltura ha, come si è visto, imposto un riso povero di elementi nutrienti ed ora, piuttosto che fare un semplice passo indietro verso il riso integro o verso una diversificazione dell'alimentazione, vuole modificare il DNA del riso, malgrado che gli effetti di questa modifica siano in grande parte sconosciuti ed imprevedibili e malgrado che i costi di un simile percorso siano esorbitanti. Ciò facendo essa impone alle popolazioni povere la scelta di un alimento unico, una scelta certamente non gradita.

Il sospetto che ne consegue è che la ricerca del "golden rice" trascuri in realtà le vere necessità ed aspirazioni delle popolazioni per finanziare se stessa.

Conclusione:

Il golden rice è il risultato di una visione scientifica errata, riduzionista, del vivente, che non sa vedere il mondo aldilà dei suoi confini ristretti. E' un salasso delle risorse pubbliche ed il maggior ostacolo all'applicazione di un'agricoltura sostenibile che possa portare delle soluzioni vere alla fame e denutrizione del mondo.

Del resto il golden rice è un progetto che aveva come suo fine primario quello di dare una veste di eticità alle manipolazioni genetiche in agricoltura, ormai viste da tutti come un'avventura drammatica, senza benefici per l'umanità, in cui gli interessi delle industrie biotech hanno proiettato il mondo intero, con l'abile uso del binomio "modifica genetica-brevetto". Lo svela lo stesso documento in cui viene presentato che conclude dicendo "si può soltanto sperare che questa applicazione dell'ingegneria genetica in agricoltura  che vuole migliorare le sofferenze umane senza riguardo per gli interessi immediati, darà a questa tecnologia l'accettazione politica".

Ma il "golden rice" (che oggi non è ancora arrivato in porto, anche perchè il principale finanziatore, la fondazione Rockefeller, si è ritirato), a fronte dell'esenzione dal pagamento dei brevetti che veniva concessa ai paesi più poveri, voleva essere un cavallo di Troia  che permettesse di far accettare la commercializzazione delle biotecnologie agricole.

La vera soluzione per la denutrizione è quella che la FAO ha proposto nel 1985 con un progetto che vedeva a fianco ad un programma di integrazioni alimentari una politica di forte incoraggiamento alle popolazioni a piantare e mangiare grandi varietà di vegetali verdi . Una scoperta importante è che la capacità di assorbimento di vitamina A dipende dallo stato nutrizionale generale, che a sua volta dipende dalla diversità di cibo consumato. Insomma la vera cura è la reintroduzione della biodiversità agricola, già praticata con successo da milioni di agricoltori in tutto il mondo sotto forma di agricoltura sostenibile.

 



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