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Comunicato 17/5/2012
Brevetti sul vivente: il risveglio del Parlamento Europeo
Una risoluzione contro l’EPO (Ufficio Europeo dei Brevetti)
Dopo 20 anni di lavoro e di battaglie per denunciare l’errore commesso con le nuove leggi brevettuali che (sin dal 1980 negli USA e sin dal 1998 nella UE) hanno consentito la privatizzazione di piante, animali e parti del corpo umano, il Comitato Scientifico EQUIVITA è assai lieto di rendervi partecipi di un primo passo verso il cambiamento auspicato.
Sotto ill coordinamento dell’alleanza “No Patents on seeds” e insieme a svariate centinaia di altre Ong europee, Equivita ha inoltrato l’anno scorso una lettera ai Membri del Parlamento (MEPs) che illustrava l’impatto dei brevetti su agricoltori, allevatori, consumatori, come pure su innovazione, biodiversità e sovranità alimentare. Ha inoltre denunciato il legame tra Ogm e brevetti (i primi essendo soltanto un pretesto per l’acquisto di questi ultimi) ed il conseguente controllo del mercato alimentare, nonché dei monopoli, da parte delle aziende private.
Quindici anni di brevetti rilasciati su piante e animali dimostrano che non possiamo ignorare i danni (tutti da noi previsti), che si sono prodotti con questa strategia segreta di conquista economica.
Negli ultimi anni ci ha preoccupato in modo particolare l’escalation dell’EPO (Ufficio Europeo dei Brevetti), giunto a rilasciare brevetti - in numero sempre crescente - anche su piante e animali riprodotti con metodi convenzionali (che non hanno subito modifiche genetiche), ovvero organismi sui quali neppure la direttiva 98/44 consente i brevetti. In molti casi, inoltre, i nuovi brevetti coprono l’intera filiera di produzione alimentare o agricola.
Questi brevetti creano nuovi vincoli di dipendenza per gli agricoltori, gli allevatori e i produttori di cibo. Ciò deve essere considerato come appropriazione indebita delle risorse basilari per la produzione agricola e alimentare e, in maniera più generale, una violazione della legge brevettuale.
Il 10/5/2012 il Parlamento Europeo, sollecitato dai Parlamenti di svariati Stati membri (tra i quali quello tedesco) e con voto maggioritario, che riuniva partiti appartenenti ad ogni corrente politica, ha adottato una risoluzione che si appella all’EPO affinchè non rilasci più alcun alcun brevetto su piante e animali riprodotti con metodi convenzionali.
Come è stato da noi spesso rilevato, l’EPO non dipende dall’Unione Europea, né da alcuna Corte internazionale. Esso ha sempre goduto di grande autonomia in quanto costituito in data precedente alla nascita della UE.
Questa la ragione per cui Christoph Then e Ruth Tippe, coordinatori di “No patents on seeds”, hanno espresso tuttora la loro preoccupazione nei confronti del crescente abuso che le grandi “corporations” chimico-farmaceutiche-biotech fanno delle leggi brevettuali e dell’agricoltura dei paesi poveri. Essi hanno incitato i governi degli Stati membri a risolvere questo problema reintroducendo nella legge europea il cosidetto “privilegio dell’agricoltore” che dà agli agricoltori, allevatori e selezionatori libero accesso ad ogni materiale genetico, anche quello già brevettato.
Il Comitato Scientifico EQUIVITA sostiene “No patents on seeds” perché 15 anni di brevetti rilasciati sulla materia vivente hanno prodotto danni di portata così vasta che non possiamo ignorare l’urgente necessità di modificare la direttiva 98/44/UE.
Comitato Scientifico EQUIVITA
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