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POESIA della dott.ssa Susanna Penco

Peccato, non ci sarà, non per ora, almeno,  la terza puntata, che potrebbe essere “la vendetta”, come nei film di Rambo.
Rubo il magnifico paragone al mio prezioso amico Massimo, del Movimento Antispecista.
Ecco la vendetta:
arrivano gli alieni.
Arrivano, e solo il fatto che arrivino ci dice che sono più forti, potenti, intelligenti, avanzati e tecnologici, poiché vincono tempo e spazio. Noi no.
Ma vogliamo comunque tanto bene lo stesso a noi stessi, ai nostri cari, proviamo sentimenti, anche nobili, ma soprattutto sentiamo i dolori,  fisici e psicologici, e non continuo per ovvi motivi.
Arrivano gli alieni, e oltre che belli e forti sono pure prepotenti.
Se ne fregano degli altri, dei non alieni.
E ci schiavizzano, ne hanno i mezzi.
 E ci mangiano (fettina di natica umana, una libidine per l’alieno palato).
Si siedono davvero sulle mitiche fantozziane poltrone di pelle umana, e, pur essendo diversi da noi (ma se anche se fossero ugualissimi precisi identici sarebbe comunque eticamente e moralmente terribile), ci usano per sperimentare cose che servono a loro.
Anzi, provocatoriamente, siamo simili, noi e gli alieni.
Già, perché così sostengono i sostenitori della vivisezione: animali e uomini sono “simili”.
E vi sembra scientifico?
Pensate che ci sono differenze scientificamente abissali (anche comportamentali, affettive, ecc) anche tra topi e ratti (la gente li confonde, credetemi..).
Ah, tra l’altro, i ratti non vomitano, Ve lo dico perché mica tutti lo sanno. Eppure i ricercatori ci dicono che siamo simili!
Il modo più rapido che abbiamo noi umani per allontanare qualcosa che ci fa male è vomitare.
Eppure i ratti sono gli animali più usati nei laboratori. Mah. Qualcosa non torna.
Torniamo ai nostri amici  alieni, la razza forte, gli eletti.
Ve lo immaginate?
Tutti noi poveri cristi chiusi in gabbiette (attenzione, rigorosamente a norma, certificate, eh eh).
E poi ci mettono l’aria condizionata, la pappa buona e l’acquina fresca, oligominerale e batteriologicamente pura.
E ci fanno pure l’eutanasia!
Ma che volete di più?
Ingrati!

Un tempo, un po’, me ne vergognavo.
Della mia sensibilità, intendo.
Di non capire perché uno faccia male ad un altro che non si può difendere.
Mica sono buonista ad oltranza.
Ho capito perché ci sono sempre state le guerre.  Me lo spiegava mio nonno.
Ma rifiuto le violenze su chi non sa, non capisce, non ha modo di reagire.
Nemmeno di ribattere, in questo caso.
Pensate al delitto d’onore.
O allo schiavismo: il ne(g)ri erano al servizio dei bianchi. Addirittura li si proteggeva, in questo modo.
Comodo, eh?
Le cose sono cambiate. C’è voluto tempo, sì. Ma sono cambiate.
Dunque, ora mi vergogno di essermi vergognata.

Ho voluto scrivere queste riflessioni poiché in Susy sussistono casualità insieme:
sono malata di sclerosi multipla;
sono ricercatrice, mastico la materia;
sono un’ex “bambina vinciana”: mi fanno tanta pena (è una bellissima parola) gli animali.

Mentre scrivo, è in corso l’aggiornamento su Green Hill.
Beh, credo proprio che sarà un simbolo.
Da qualche parte bisogna pur cominciare!
Dunque, saluto la liberazione dei cani italiani, dei cani in Italia.
Ma ci saranno altri cani, stranieri (e a noi mica importa la nazionalità, vero?) che saranno importati da nazioni senza controllo alcuno, senza animalisti autoctoni, i quali  si sobbarcheranno un viaggio tremendo, oltre al resto che sappiamo.
Spero solo (ma non ne sono certa) che il loro costo  di più: le esangui tasche delle ricerca forse ne consumeranno meno.
Vedremo.Ma  certo non staremo a guardare.



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