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Risposta di EQUIVITA, Comitato Scientifico Antivivisezionista, alla decisione del Consiglio di Stato riguardante i macachi di Parma 30.1.2021
Risposta di EQUIVITA, Comitato Scientifico Antivivisezionista,
alla decisione del Consiglio di Stato riguardante i macachi di Parma
30.1.2021
Il Comitato Scientifico EQUIVITA accoglie con grande sconforto e stupore il voto emesso dal Consiglio di Stato che condanna i 6 macachi di Parma ad una sperimentazione tanto inutile quanto invasiva. Tale sperimentazione, che investe somme (dei contribuenti) assai elevate, è probabile che oltre tutto incida sulle risorse disponibili per tante situazioni di emergenza di questo drammatico periodo.
Desideriamo mettere in evidenza due punti:
a) Il Comitato Scientifico EQUIVITA tiene a precisare anzitutto di ritenere inutili non solo le sperimentazioni sui macachi progettate dal Prof. Tamietto per il progetto Light-up, ma inutili anche TUTTE le sperimentazioni finalizzate alla salute umana che si avvalgono del modello animale. Chiunque sostenga questa posizione per cui “nessuna specie animale può essere modello sperimentale di altra specie” (P. Croce, Ospedale Sacco, membro del College of American Pathologists) viene costantemente censurato da chi, sia per radicamento a vecchie usanze e convinzioni, sia di frequente per interessi personali o di gruppo, sostiene l’opposto (vedi NOTA 1).
Ma nonostante le continue censure, il Movimento Scientifico Antivivisezionista cresce di anno in anno in tutti i continenti.
b) Molto spesso, troppo spesso, viene attribuita l’ostilità all’uso degli animali in laboratorio esclusivamente agli “animalisti”, ovvero ad una (giusta) battaglia sul fronte dell’etica, che si può sintetizzare nella frase “un essere vivente non può essere considerato tanto simile all’uomo da potergli servire come modello sperimentale e allo stesso tempo tanto dissimile da non avere assolutamente alcun diritto”. Noi riteniamo che l’etica sia oggi l’area in cui occorre il maggiore impegno per salvare il pianeta.
TUTTAVIA TENIAMO A PRECISARE CHE:
EQUIVITA CONDANNA LA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO QUALE MEMBRO DI UN IMPORTANTE MOVIMENTO SCIENTIFICO CHE IN TUTTO IL MONDO SI BATTE PER UN FONDAMENTALE RINNOVAMENTO DELLA SCIENZA E CHE SI OPPONE ALL’USO DEL MODELLO ANIMALE NELLA RICERCA BIOMEDICA DESTINATA ALL’UOMO, IN QUANTO TALE MODELLO E’ SCIENTIFICAMENTE ERRATO (Nota 2).
Chi continua a difendere il modello animale, fingendo di non sentire le nostre obiezioni SCIENTIFICHE, vuole evitare:
- Di dover trovare argomenti su posizioni difficili da sostenere e che, oltre tutto, verrebbero smentite da centinaia di statistiche (un solo esempio tra tanti: su 100 farmaci che sono risultati innocui sugli animali, 92 vengono poi scartati durante le prove cliniche sull’uomo. Pubmed);
- Di dover confrontare i risultati che si ottengono usando l’antiquata modalità di ricerca nella scatola cranica delle scimmie con i risultati che si ottengono con le nuovissime tecnologie, non invasive, in particolare nello studio del cervello umano come il neuroimaging, come gli organoidi, che riproducono il cervello umano in vitro (mini-brain) come anche qualsiasi altro organo, ecc. ecc.
- Di dover confrontare i tempi delle risposte (che saranno cento, mille volte più veloci), oltre alla completezza delle risposte (che potranno essere riferite a tante situazioni diverse in uno stesso esperimento) e anche, last but not least, il costo della ricerca;
- Di dover promuovere l’osservanza dell’obbligo, risultante dalla direttiva UE, di sostituire il modello animale con i nuovi metodi, non appena questi sono validati (NOTE 3 e 4).
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PER CONSULTARE UN VASTO ARCHIVIO di dichiarazioni, di studi scientifici, di posizioni, di questo crescente movimento, consultare il sito <Stopvivisection.eu> (1.171.000 firme legalizzate, raccolte in 10 mesi e presentate a Bruxelles il 15.5.2015 dai promotori dell’Iniziativa de Cittadini Europei “Stopvivisection”).
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Nota 1: A testimonianza di ciò è sufficiente osservare che il modello animale viene preso come “Golden Standard” per la validazione di ogni “metodo alternativo”, mentre esso stesso (ovvero l’uso del modello animale) non è mai stato riconosciuto o “validato”!
Nota 2: “Biologi italiani” 6/2003:
Il fenomeno di come certi assunti metodologici si radichino in una comunità scientifica senza che ripetuti fallimenti riescano ad incrinare la fedeltà, se non la fiducia, dei praticanti è stato posto al centro della sua concezione della scienza dello storico ed epistemologo Thomas Kuhn.
Come si sa, per Kuhn la scienza procede per lunghi periodi di “scienza normale”, cioè di dominio, tenace e insensibile, alle critiche di un paradigma (l’insieme di idee, tecniche e problemi accreditato in quel momento presso la data comunità scientifica) intervallati da periodi relativamente brevi di “crisi” (durante i quali prolificano le difficoltà concettuali e le anomalie sperimentali irrisolte), che a loro volta culminano nelle “rivoluzioni scientifiche”; queste ultime inaugurano una nuova epoca di scienza normale, all’insegna di un nuovo paradigma”.
Marco Mamone Capria, Università di Perugia, da: “Pseudoscienza nella scienza biomedica contemporanea: il caso della vivisezione “.
Nota 3: Il fatto che la stessa sostanza possa essere dichiarata inoffensiva o cancerogena a seconda della specie animale utilizzata, fa della sperimentazione animale lo strumento per eccellenza per commercializzare ogni tipo di prodotto , anche se pericoloso, e per mettere a tacere le vittime che osassero fare causa al produttore.
Claude Reiss, tossicologo molecolare e direttore di ricerca emerito al CRNS di Parigi.
Nota 4: Nature, 10,11,06
Le prove su animali sono scienza di cattiva qualità. Dalla loro sostituzione dipende la vita di milioni di esseri umani, essendo ormai dimostrato che all’inquinamento chimico è dovuto il costante aumento di tumori, malattie neurodegenerative, malformazioni, disordini del sistema endocrino, riproduttivo, ecc.
Thomas Hartung: già direttore del Centro Validazione Metodi Alternativi, (ECVAM) della UE.
Lettera aperta di EQUIVITA ai giudici che voteranno domani a Torino
Lettera aperta di EQUIVITA ai giudici che voteranno domani a Torino
Negli ultimi tempi, in modo sempre più pressante, compaiono sui principali organi di informazione interventi a sostegno della sperimentazione sugli animali, quale strumento indispensabile per qualunque studio di natura biomedica. Non è un caso: come si sa, il Consiglio di Stato, in attesa di accertamenti, ha sospeso sin dall’autunno scorso la sperimentazione su 6 macachi destinati al programma di ricerca Blindsight e attualmente rinchiusi negli stabulari dell’Università di Parma. Ma il mercoledì 28 gennaio 2021 il Consiglio di Stato dovrà pronunciarsi in via definitiva.
Analizziamo allora alcune di queste affermazioni, ampiamente riportate dai giornali, e confrontiamole con la realtà dei fatti
- § La Direttiva Europea 63/2010, punto di riferimento normativo comunitario in materia di sperimentazione animale, riporta al “considerando” n. 10: “l’impiego di animali vivi continua ad essere necessario per tutelare la salute umana e animale e l’ambiente.
”Leggendo il “considerando” n.10 si evince che in realtà la direttiva in questo capitolo della direttiva si pone l’obiettivo di superare la sperimentazione animale, in quanto ritiene l’impiego di animali vivi necessario solo fin quando e fin dove non ci saranno metodi sostitutivi adeguati. Nel commento è stato volutamente dimenticato quanto è scritto nelle righe precedenti, che sono le seguenti:
“E’ auspicabile la sostituzione nelle procedure l’utilizzo di animali vivi con altri metodi che non ne prevedano l’uso” come pure “il conseguimento dell’obiettivo finale della completa sostituzione delle procedure su animali vivi a fini scientifici ed educativi non appena ciò sia scientificamente possibile…
- §Va rilevato inoltre che anche quando i metodi sostitutivi dopo molti anni sono infine validati, essi vengono regolarmente ignorati, in quanto la loro applicazione non viene resa obbligatoria.
Ad esempio, per testare la presenza di pirogeni (sostanze in grado di provocare la febbre) nei preparati farmaceutici iniettabili vengono ancora oggi sacrificati migliaia di conigli ogni anno solo in Europa. Eppure da oltre 10 anni sono disponibili i test alternativi che impiegano cellule immunitarie umane e che si sono dimostrati migliori e più affidabili dei test che impiegano animali o derivati animali.
- § Vi è poi la produzione di anticorpi, largamente utilizzati nella ricerca, in campo diagnostico e terapeutico; nonostante esistano da anni tecniche per produrli senza utilizzare animali e che essi permettano di ottenere prodotti di qualità superiore, il ricorso agli animali è ancora prevalente (circa 1 milione di animali all’anno, solo in Europa).
- §Vi è anche tutto il settore di ricerca che ha sviluppato gli ‘organoidi’ (organ-on-a-chip), cioè sistemi che riproducono in vitro, utilizzando cellule staminali umane, gli organi del nostro corpo, fornendo ai ricercatori strumenti ben più attendibili ed affidabili rispetto all’uso di animali, perché “human based”.
D’altra parte se non ci fossero alternative, come potrebbe l'amministratore della US Environmental Protection Agency (EPA) Andrew Wheeler aver firmato, in data 10 settembre 2019, una direttiva per dare priorità agli sforzi per ridurre i test sugli animali, impegnandosi a ridurre i test sui mammiferi del 30% entro il 2025 e ad eliminarli completamente entro il 2035?
- § L’elenco potrebbe continuare molo a lungo, ma per brevità è sufficiente ricordare che l’ECVAM (European Union Reference Laboratory for alternatives to animal testing https://eurl-ecvam.jrc.ec.europa.eu/) riporta varie decine di metodi sostitutivi validati, ma impiegati in minima parte dal mondo della ricerca e dell’industria.
A questo proposito va anche ricordato che nessuno dei metodi che impiega animali E STATO MAI VALIDATO in modo analogo, e né in alcun modo, pur rappresentando, assurdamente, il GOLDEN STANDARD” per la validazione di tutti gli altri metodi
Tuttavia moltissimi lavori scientifici, che mettono in luce i limiti dell’uso di animali e la necessità di metodi sostitutivi, smentiscono che “l’intera comunità scientifica si sia espressa unanimemente sulla indispensabilità della sperimentazione animale.”
- § Ecco alcuni titoli di articoli recenti apparsi su prestigiose riviste internazionali: “La ricerca sugli animali è basata su prove sufficienti per essere una pietra angolare della ricerca biomedica?” (P. Pound, M. B. Bracken, BMJ 2014, 30 May), “È possibile superare i problemi di validità nella ricerca preclinica sugli animali? Perché la maggior parte dei modelli animali è destinata a fallire” (J Transl Med, 2018, 16:304); “La regolazione trascrizionale tessuto-specifica è divergente in modo significativo tra uomo e topo” (Duncan T. Odom et al. Published online at http://www.nature.com/naturegenetics 2007); “Le risposte genomiche nei modelli murini imitano male le malattie infiammatorie umane” (Seok, J. et al, Proc Natl Acad Sci U S A 110, 3507-3512 , 2013), da notare che la maggior parte delle malattie comportano infiammazioni. Potremmo continuare con molti altri titoli, ma ovviamente non abbiamo lo spazio per citarli tutti!
D’altra parte è noto che l’85-95% dei farmaci sicuri ed efficaci nei modelli animali, si rivelano poi inutili se non addirittura pericolosi per i pazienti (Rapporto Food and Drug Administratione del 2004: A new compound that enters the first phase of clinical trials has an 8% probability of entering the market as a drug) e molti scienziati riconoscono sempre più spesso la necessità di fare ricerche sulla biologia umana (human based), proprio perché i modelli animali, anche quando “umanizzati”, come quelli geneticamente modificati, non sono in grado di imitare la complessità delle condizioni umane.
- §L’associazione “Patto trasversale per la Scienza” ha affermato: “Ritenevamo, a torto, che chiunque fosse stato curato contro diverse malattie, ed in questo anno difficile contro Covid-19, avesse già compreso che ogni singola terapia che gli ha permesso di guarire e vivere, o evitato il peggioramento clinico, è stata ottenuta grazie a studi su modelli animali”.
- §Per quanto riguarda queste considerazioni, possiamo affermare che molti scienziati strettamente coinvolti nella ricerca di un trattamento o di un vaccino contro COVID-19 riconoscono che i test sugli animali sono obbligatori e vengono rispettti per obbedienza alla leggeper legge, ma riconoscono anche che non sono affidabili per prevedere le reazioni umane. Ad esempio, Tal Zaks, direttore medico di Moderna, società biotecnologica impegnata nel vaccino negli Stati Uniti, afferma: "Non credo che il modello animale sia il percorso critico per arrivare allo studio clinico" (https://www.statnews.com/2020/03/11/researchers-rush-to-start-moderna-coronavirus-vaccine-trial-without-usual-animal-testing/).
- § Barney Graham, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) nota che i topi da laboratorio non sono infettati da questo nuovo Coronavirus, come succede agli umani (https://www.ibtimes.com/coronavirus-update-vaccine-skips-important-animal-testing-phase-straight-human-trials-2941208)
In base anche a queste considerazioni la fase preclinica sugli animali è stata fortemente ridotta o eliminata per permettere di avere vaccini anti Covid in tempi così brevi!
- §Va anche considerato un articolo uscito su Nature e poi pubblicato in italiano su “Le Scienze” del 9/7/2020, dal titolo “Organoidi per studiare e combattere il coronavirus”, dove è scritto:“Per chiarire in che modo SARS-CoV-2 può danneggiare tessuti polmonari, epatici e renali, causando alcune delle gravi complicazioni osservate nei pazienti con COVID-19, vari ricercatori ricorrono ai minuscoli organi ottenuti in laboratorio da cellule staminali, che potranno anche facilitare lo screening dei potenziali farmaci”.
C’è poi l’articolo pubblicato su Archives of Toxicology (https://doi.org/10.1007/s00204-020-02787-2) del18 Maggio 2020 di Busquet et al., dal titolo “Harnessing the power of novel animal‑free test methods for the development of COVID‑19 drugs and vaccines” (Sfruttare la potenza di nuovi metodi di test senza animali per lo sviluppo di farmaci e vaccini COVID-19) ,che , tra l’altro, afferma:
“È probabile che il virus che induce COVID-19, SARS-CoV2, rimanga una minaccia per la salute umana a meno che non siano disponibili farmaci o vaccini efficaci. …. In questa situazione, è possibile sfruttare gli investimenti fatti nello sviluppo di nuovi metodi senza animali (NAM) per la sicurezza, l'efficacia e la valutazione della qualità dei farmaci. Per questo, forniamo una panoramica delle idee per abbreviare i tempi di sviluppo dei farmaci. I test sugli animali sarebbero troppo lunghi e in gran parte falliscono quando un agente patogeno è specie-specifico o se il farmaco desiderato si basa su caratteristiche specifiche della biologia umana”
- §Si parla molto di anticorpi monoclonali come possibili farmaci per Covid-19, ma recentemente il centro di ricerche dell’Unione Europea Eurl Ecvam ha pubblicato una Raccomandazione dal titolo “Recommendation on Non-Animal-DerivedAntibodies“, a dimostrazione che gli animali non servono e, in data 15 maggio, è uscito nell’official EU website, un articolo dal titolo “Better antibodies without using animals”. (https://ec.europa.eu/jrc/sites/jrcsh/files/styles/normal-responsive/public/eurl_ecvam_recommendation_on_non-animal_derived_antibodie.png?itok=njWpYnNf )
- §Ma anche Nature Biotechnology ha recentemente pubblicato un articolo che va nella stessa direzione, dal titolo “Animal-free alternatives and the antibody iceberg” (Nature BiotechNology | VOL 38 | NOVember 2020 | 1234–1241), nel quale si afferma, tra l’altro: “Da un punto di vista scientifico, gli anticorpi generati da animali possono subire variazioni da lotto a lotto, bassa specificità, alto background e identità indefinita del reagente legante, elementi che possono compromettere la riproducibilità della ricerca. .…. l'affidabilità degli anticorpi ottenuti da animali è uno dei principali svantaggi.… Esistono molti esempi ben documentati di applicazioni in cui sono stati generati anticorpi non di origine animale e altri reagenti che hanno dimostrato di funzionare almeno come gli anticorpi di origine animale. …. Pertanto, l'adozione della tecnologia degli anticorpi ricombinanti non di origine animale rappresenta un imperativo scientifico, etico e sociale.”
- §Infine per quanto riguarda la ricerca sui Primati, oggetto della ricerca su cui dovrà esprimersi il Consiglio di Stato, è utile ricordare che già nel 2015 Francis Collins, direttore del NIH (National Institutes of Health, USA), la più grande organizzazione di ricerca biomedica nel mondo, aveva dichiarato, in replica ad un rapporto scientifico commissionato dallo IOM, Istituto di Medicina degli USA, nel quale erano inclusi studi su primati, che: "Il NIH non finanzierà più la ricerca biomedica sugli scimpanzè". Di conseguenza i 50 scimpanzé presenti negli stabulari del NIH vennero liberati e mandati in un centro di riabilitazione idoneo al loro benessere (già nel 2013 dallo stesso centro erano stati liberati ben 310 esemplari della stessa specie).
E’ dunque chiaro che, essendo evolutivamente gli scimpanzé la specie più vicina all’uomo, questa decisione del NIH mette in discussione ogni altro modello animale per la ricerca medica finalizzata alla salute umana".
- § Questo elenco potrebbe aumentare all’infinito, ma lo spazio che stiamo usando è eccessivo
Se volete alcune altre citazionie alcuni altri importanti estratti riguardanti l’importanza di abbandonare il modello animale nella ricerca biomedica, potete consultare il dossier della Iniziativa dei Cittadini Europei STOP VIVISECTION su questo link:
Desidero chiudere con la frase di introduzione al Sommario del Documento pubblicato, nel 2007,dal Consiglio Nazionale delle Ricerche USA, su richiesta dell’Agenzia per l’Ambiente EPA-
TOXICITY TESTING IN THE 21ST CENTURY
“La tossicologia si sta avvicinando ad un evento epocale, di quelli che hanno dato un nuovo corso alla storia della scienza, come la scoperta della penicillina, quella del DNA, la nascita del primo computer. Essa è in procinto di avvalersi delle rivoluzioni avvenute nella biologia e nella genetica […]le prove di tossicologia saranno trasferite da un sistema basato sullo studio dell’animale intero ad un sistema basato principalmente sui metodi in vitro, questi ultimi essendo in grado di valutare i cambiamenti nei processi biologici con l’osservazione di cellule, preferibilmente di origine umana”
Il testo che segue conclude dicendo che è necessario tale radicale cambiamento di paradigma che consenta uno screening ad ampio raggio delle sostanze chimiche, per ridurre i tempi e i costi dei test e garantire una base più scientifica per la valutazione degli effetti sulla salute.
SE ciò fosse stato fatto in ogni continente avremmo FORSE potuto evitare la crisi globale che oggi stiamo attraversando
Gianni Tamino
Docente di Biologia
Presidente Comitato Scientifico EQUIVITA
RILANCIO del Comunicato di ELEONORA EVI (M5S) del 15.10.2020 Bruxelles, Parlamento Europeo. I miei emendamenti per porre fine alle pratiche aberranti degli allevamenti intensivi e della corrida
EQUIVITA
16.10.2020
RILANCIO del Comunicato di ELEONORA EVI (M5S) del 15.10.2020
Bruxelles, Parlamento Europeo.
I miei emendamenti per porre fine alle pratiche aberranti degli allevamenti intensivi e della corrida
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“Un’Europa che ama definirsi civile non può consentire due delle più grandi vergogne dei nostri tempi: gli allevamenti intensivi e la pratica della corrida” – così Eleonora Evi, Eurodeputata del Movimento 5 Stelle, per spiegare il motivo degli emendamenti da lei presentati in plenaria alla nuova Politica Agricola Comune (PAC).
Attualmente la PAC, che vale circa un terzo del bilancio europeo, finanzia non solo gli allevamenti intensivi, ma anche l'industria della corrida. La Evi sottolinea la sua ferma volontà di impedire che i soldi pubblici dei contribuenti europei continuino a sussidiare queste aberranti pratiche.
“Ecco perché ho presentato degli emendamenti alla nuova Politica Agricola Comune (PAC), che sarà votata in seduta plenaria al Parlamento europeo la prossima settimana i quali, se approvati, metteranno la parola fine ai finanziamenti in favore degli allevamenti intensivi: un sistema che mette in serio pericolo la salute dei cittadini e provoca inutili sofferenze agli animali, con l’aggravante di un impatto ambientale non più sostenibile”.
L’Eurodeputata evidenzia come gli allevamenti intensivi siano delle vere e proprie fabbriche di carne che costringono gli animali a vivere in condizioni disumane, praticando al contempo un abuso sistematico di antibiotici ed altri farmaci, andando così ad aggravare il fenomeno della resistenza agli antibiotici, che si prefigura come uno dei problemi più seri che ci troveremo ad affrontare da qui a pochi anni.
“Con questi emendamenti – prosegue la Evi – ho chiesto inoltre il blocco dei finanziamenti alla pratica della corrida, un’usanza che non più essere tollerata sulla base di assurde e anacronistiche giustificazioni culturali e tanto meno mantenuta profittevole grazie a iniezioni di denaro pubblico. Continuerò a farmi portavoce di questa battaglia affinché l’Europa cambi direzione e chiuda i rubinetti a queste pratiche ignobili e pericolose che sono un insulto all’idea stessa di civiltà”.
EQUIVITA:
Apriamo gli occhi agli aberranti allevamenti intensivi e alla corrida !!! NO alle barbarie con il nostro consenso ! E con i nostri soldi !
Pillola di riflessione: DUE DOMANDE SUI MACACHI E I CIECHI IN ITALIA
Pillola di riflessione
DUE DOMANDE SUI MACACHI E I CIECHI IN ITALIA
EQUIVITA
23.01.2021
Wikipedia, il Merriam Webster, la Treccani, Google, Scholar, PubMed: tutto lo scibile, o quasi, abbiamo compulsato con lo scopo di verificare chi sono i nuovi 100.000 ciechi all’anno cui si riferiscono i giornali quando parlano del prof. Marco Tamietto e della sua sperimentazione sui macachi nelle Università di Parma e di Torino.
Ma volete sapere il risultato? Provate anche voi: i dati che cerchiamo non ci sono.
Abbiamo trovato statistiche annue per gli ictus che provocano lesioni alla corteccia visiva; abbiamo trovato statistiche sulle diverse tipologie di disturbi visivi post ictus in Italia e altrove; abbiamo trovato statistiche sulla disabilità che il progetto Lightup vorrebbe curare: l’emianopsia.
Ma alla fine siamo rimasti con un pugno di mosche: perché definire “ciechi” i disabili al centro del Progetto Lightup non è corretto (molti di essi, infatti, continuano a guidare la macchina, svolgere lavoro d’ufficio, persino sciare, tutte cose poco compatibili col fatto di non vederci); e non sono affatto 100.000 all’anno.
Però forse siamo noi che non sappiamo cercare. In questo caso, chiediamo scusa. E chiediamo lumi.
Da dove vengono i dati che leggiamo sui giornali? Ecco la nostra riflessione di oggi, alla vigilia del giudizio del Consiglio di Stato riguardante l’autorizzazione alla suddetta ricerca.
Gruppo di lavoro Equivita
Sospesa, grazie al Consiglio di Stato, la sperimentazione sui macachi del progetto Lightup !
Comunicato EQUIVITA
12.10.2020
Sospesa, grazie al Consiglio di Stato, la sperimentazione sui macachi del progetto Lightup !
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EQUIVITA gioisce per la fine dell’autocertificazione, dietro cui si trincera da 70 anni il mondo accademico mainstream, come pochi refrattario al dubbio e al confronto, e ringrazia il il Consiglio di Stato che ha sospeso con la sua ordinanza la sperimentazione sui sei macachi del progetto Lightup, rinchiusi negli stabulari di via Volturno, a Parma, dove gli animali destinati alla ricerca vivono la loro breve vita di sofferenza.
Al centro dell’ordinanza: le Università di Parma e di Torino, insieme con il Ministero della Salute, e forse il singolare processo di decisione che da Bruxelles, passando per Roma, ha assegnato al progetto ideato dal prof. Marco Tamietto la ragguardevole cifra di 2 milioni di euro.
Così, dopo quasi due anni di battaglia, i dubbi sollevati dalla LAV - Lega Anti vivisezione, meritevole di instancabile tenacia, sull’utilizzo dei macachi per studi sulla cecità corticale che altrove, con metodologie avanzatissime, vengono realizzati sull’uomo, hanno finalmente trovato orecchie disposte ad ascoltare.
Benvenuta la decisione che tra 70 giorni, a fine gennaio 2021, un “terzo” attore (l’IRCCS Fondazione Bietti presieduto da Mario Stirpe) a guardare dentro a questo pasticcio, valutando le ragioni degli uni e degli altri
Che l’autocertificazione ceda infine il passo al confronto fondato sui dati che sempre più numerosi anche gli scienziati di punta di tutto il mondo (non solo gli "animalisti") elaborano, mettono nero su bianco e pubblicano sulle riviste più qualificate, puntando su una ricerca avanzata, trasparente, sicura per l’uomo ed etica.
Nei mesi trascorsi abbiamo letto titoli e dichiarazioni sul progetto Lightup, e sulla sperimentazione animale in genere, che nulla hanno a che fare con la realtà. L'opacità è quanto di peggio possa capitare alla Scienza; il metodo dell’autocertificazione è pessimo e fa male a tutti, anche all’informazione.
Non è vero che la legge europea proibisca interventi su animali vivi e coscienti (articolo 14 della direttiva del 2010).
Non è vero che sia obbligatoria sempre e comunque l’anestesia generale.
Non è vero che “maltrattare gli animali sia un reato, se infliggere gravissimo dolore e angoscia persistente è un’operazione di routine prevista dalla legge e schedata nelle statistiche ufficiali
Non ci stancheremo mai di far conoscere ai cittadini l verità.