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Testo a fronte del volantino:

SPUTA NEL PIATTO DOVE MANGI

I cibi transgenici minacciano la tua salute e l'ambiente. Forse non ce ne rendiamo ancora conto, ma i cibi manipolati geneticamente sono sempre più presenti sulle nostre tavole: mais, soia, colza e radicchio già autorizzati dall'Unione Europea, contenuti anche in gelati, margarina, precotti, crackers, maionese, pappe per neonati e molto altri alimenti. Il loro consumo fa salire le probabilità di sviluppare allergie e resistenza agli antibiotici, con rischi al momento imprevedibili per la salute. L'ambiente è seriamente minacciato. Le colture geneticamente modificate sono dannose poiché alterano gli equilibri naturali e vanno a sostituire le colture tradizionali, riducendo la biodiversità. Grossi interessi economici, legati ai brevetti, spingono tuttavia la loro diffusione sui mercati europei. Eppure moltissime importanti aziende europee di produzione e distribuzione alimentare, tra cui le italiane Coop ed Esselunga, hanno già dichiarato di voler soddisfare le richieste dei consumatori che rifiutano i cibi geneticamente modificati. Chiediamo al Parlamento Europeo di imporre l'obbligo di una certificazione e ai consumatori di pretendere un'etichettatura appropriata.

Testo a retro del volantino:

La contestazione ai cibi transgenici (o geneticamente manipolati), causata dal timore dei danni che questi potranno arrecare alla salute umana, si sta estendendo rapidamente nel mondo intero, ma il problema della "biosicurezza", affrontato già in svariati vertici internazionali, non è ad oggi stato risolto, per l'azione contraria delle grandi potenze economiche, che, sulla spinta delle industrie "biotecnologiche", vogliono imporre le piante transgeniche, in agricoltura, al mondo intero.

Le industrie biotecnologiche sostengono che l'uso delle piante transgeniche, nel patrimonio genetico delle quali sono stati introdotti geni di organismi estranei, come ad esempio batteri, consentirà sia di risolvere il problema della "fame nel mondo" (grazie ad un aumento di produzione) che di ridurre l'uso in agricoltura di sostanze chimiche nocive.

Ambedue queste affermazioni sono false ed assurde.

· Studi scientifici stanno rivelando che le colture transgeniche hanno minore e non maggiore produttività (che comunque equivarrebbe solo ad uno sfruttamento del suolo in tempi più brevi). Ma soprattutto va detto che la fame nel mondo non proviene da una carenza di cibo: l'Occidente si dibatte con gli "esuberi" di produzione e l'Unione Europea paga chi si astiene dal produrre... bensì da una carenza di denaro dei paesi poveri, che sono costretti a vendere la loro produzione per l'alimentazione del bestiame dei paesi ricchi. Poiché le colture transgeniche si sono rivelate le più costose esistenti, poiché esse impongono il pagamento annuale dei brevetti, poiché andranno a distruggere la preziosa biodiversità, vera ricchezza dei paesi in via di sviluppo, la fame nel mondo, lungi dal diminuire, aumenterà, di pari passo con un sempre maggiore divario economico tra Nord e Sud del mondo.

· Anche l'impiego di prodotti chimici (in particolare dei glifosati, che sono cancerogeni) è ben lontano dal diminuire con le colture transgeniche. Secondo studi statistici (e bilanci delle aziende) esso è, al contrario, in forte aumento. Non potrebbe essere diversamente: la maggior parte delle sementi modificate sono tali perché rese resistenti agli erbicidi prodotti dalla stessa ditta...

· A queste considerazioni si deve aggiungere quella sui danni, ancora largamente ignoti, che le colture transgeniche recheranno all'ambiente, dove potranno essere sconvolti equilibri naturali creatisi nei millenni (la morte della farfalla monarca in presenza di colture biotecnologiche è solo una prima avvisaglia ...), ed alla salute umana (sulla quale numerosi effetti nocivi, quali allergie e resistenza gli antibiotici sono già stati riscontrati).

Ma quali sono allora le ragioni per cui vengono promosse le colture transgeniche con tanta forza e per cui una battaglia così accanita viene condotta ai vertici internazionali?

La ragione è una sola: la manipolazione genetica nelle piante consente (con le leggi attuali in America e Giappone; ed anche in Europa, se verrà definitivamente approvata la direttiva 98/44/CE impugnata da Olanda, Italia e Norvegia) di brevettare i prodotti di queste manipolazioni, dunque di avere il possesso della produzione agricola. Le colture tradizionali non possono essere brevettate e non consentono questo possesso. Le industrie biotecnologiche, che stanno rapidamente acquistando le industrie sementiere di tutto il mondo, cercano di mettere fuori uso tali colture per forzare sul mercato globale gli unici vegetali che consentono loro di avere il controllo della catena alimentare di tutto il mondo: quelli transgenici, quelli brevettabili (con brevetti che vengono riscossi anno dopo anno, perché coprono tutta la discendenza).

Se vogliamo raggiungere una vera sicurezza alimentare dobbiamo in primo luogo batterci contro i brevetti su piante ed animali, contro la privatizzazione di quanto è sempre stato e deve rimanere patrimonio comune di tutta l'umanita: la materia vivente del pianeta.

Comitato Scientifico Antivivisezionista - WWF Italia



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