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Vivisezioniamo il sistema sanitario nazionale
Che il volto della sanità italiana possa sembrare quello di un sistema criminale lo dimostra la cronaca giudiziaria degli ultimi mesi. Anche prima, a dire il vero, la qualità dei servizi che ci obbligano a pagare80.000 miliardi l'anno in tasse,tickets, bollini e indebitamenti ci lasciava un po' perplessi. Ma limitiamoci pure a considerare i rapporti tra un'industria privata estremamente florida e un'amministrazione pubblica sorprendentemente sottomessa.
Promettendo ricompense di ogni tipo le case farmaceutiche tengono costantemente sotto pressione medici e farmacisti perché prescrivano e vendano i loro prodotti; le stesse ditte che pagavano tangenti per far crescere il prezzo dei loro farmaci - o per farne aumentare i dosaggi consigliati - promuovono medicinali considerati fuori dei confini nazionali inutili e talvolta dannosi; oppure non distribuiscono i prodotti "salvavita", spesso introvabili. Sono interessate, evidentemente, ad un tipo di profitto che non solo non è compatibile con la nostra salute, ma che va addirittura a suo discapito (la prevenzione resta solo una parola di cui industriali e burocrati amano riempirsi la bocca).
Farci consumare sempre più farmaci, le cui conseguenze ce ne fanno consumare sempre di più, e sempre più costosi: a nostro avviso, questo è un crimine. Il cui alibi è una ricerca falsamente scientifica, basata su quella sperimentazione animale di cui il sinonimo è vivisezione.
La sperimentazione animale trasferisce all'uomo i risultati ottenuti sugli animali; il fatto è che questi risultati non hanno per noi alcuna validità, neanche orientativa. Il risultato di un esperimento può infatti essere variato variando semplicemente la specie di animali utilizzata. Sperimentare sugli animali serve solo a poterlo fare, successivamente e in assenza di controlli, persino negli ospedali, sugli uomini; spesso, senza il loro consenso. Ciò nonostante in Italia in undici anni sono state ritirate per inidoneità o perché pericolose oltre 22.000 specialità farmaceutiche, la cui bontà era stata garantita dalla sperimentazione animale. Che non è quindi solo crudele, ma dannosa per tutti.
Eppure, resta il pilastro di un giro di soldi spaventoso; e qui affondiamo volentieri il bisturi. Uno dei registri più ambiti d'ltalia si chiama prontuario farmaceutico sanitario nazionale; ad ogni medicinale iscritto, lo Stato riconosce un rimborso. I documenti necessari all'iscrizione vengono inoltrati alla direzione generale del servizio farmaceutico, dal 1973 in mano a Duilio Poggiolini, tessera 2347 della P2, colpito da mandato di cattura, datosi recentemente alla latitanza e finalmente arrestato.
Il ministero paga molti farmaci il 300, il 400% in più rispetto ad altri paesi europei. L'Organizzazione Mondiale della Sanità - il massimo organismo di questo campo - ha dichiarato realmente utili non più di 400 farmaci su 200.000; nel frattempo in Italia le farmacie si sono trasformate in scintillanti supermercati, ma non certo a vantaggio del pubblico. Tanto per fare un esempio: la Citicolina, indicata solo per alcuni casi di sofferenza cerebrale, nel nostro prontuario nazionale si chiama Citicolin, Brassel, Citifar, Disfosfocin, Encelin, Nicholin, Nicolsint, Sinkron, Sintoclar, Acticolin, Cerebroton, Cidifos, Cidilin, Citicolina, Gerolin, Kemodyn, Logan, Neuroton, Polineural. Il ministero si è in altre parole convenzionato con diciannove ditte che vendono la stessa sostanza con diciannove nomi diversi, e prezzi ancor più differenti.
Le tangenti sono uno scandalo solo per chi ha fatto finta di non accorgersene prima. Intanto, le industrie farmaceutiche continuano a chiedere soldi allo Stato (e cioè, qualunque cosa se ne dica, a noi): oltre ai denari normalmente ottenuti per la loro ricerca, ora vorrebbero non pagare le tasse sugli utili che vi spendono.
Di cose da scoprire ce ne sono a bizzeffe. Abbiamo poco spazio e nessuna lobby alle spalle: ma se ci fate avere il vostro indirizzo vi spediremo altra documentazione. Chi vuole, può aiutarci: usando il c/c postale 88922000, intestato al Comitato Scientifico Antivivisezionista, o aderendo. Nel frattempo, vi invitiamo a ricordare che un milione di animali al giorno viene torturato e ucciso sull'altare dell'avidità. Grazie per l'attenzione.
Comitato Scientifico Antivivisezionista
Via P. A. Micheli, 62 - Roma 00197
Tel (06) 3220720 Fax (06) 3225370
c/c postale: 88922000
Il Comitato Scientifico Antivivisezionista è promosso dal Fondo Imperatrice Nuda contro la sperimentazione animale e dalla Lega Anti Vivisezione.
Quando la cavia è una cavia, la vera cavia siamo noi.
Nei moderni cicli produzione- consumo, ogni tanto si ha la sensazione di venire considerati alla stregua di animali.
In effetti, qualche volta è proprio così.
La sperimentazione animale - sinonimo di vivisezione - trasferisce all'uomo i risultati ottenuti sugli animali a scopo di ricerca. Permette l'immissione sul mercato di nuovi farmaci molto lucrosi per chi li produce. Non tutti sanno, però, che in undici anni solo in Italia sono stati ritirati per inidoneità o perché pericolosi oltre 22.000 prodotti farmaceutici, la cui validità era stata garantita dalla sperimentazione animale. Che non bisognerebbe quindi condannare in quanto crudele, ma perché inutile e dannosa.
La principale difficoltà dell'antivivisezionismo scientifico è proprio far capire che si deve essere antivivisezionisti per tutelare la propria salute; contrariamente all'opinione comune, l'antivivisezionismo basa sulla ragione e non sui sentimenti. Ai sostenitori della vivisezione, questa confusione tra cuore e cervello fa gioco. "Preferite veder morire un topo o un bambino?", chiedono. Ma non vi dicono che, alla somministrazione dello stesso preparato, voi potreste veder morire il topo e il bambino no. Oppure potreste ritrovarvi con un topo in piena forma e un bambino morto.
E' successo migliaia di volte, in maniera certa e documentata. Attestati falsamente scientifici permettono di commercializzare - a che prezzo?- farmaci troppo spesso inutili; o nocivi. L'errore metodologico di base è che la sperimentazione ufficiale avviene su un modello falsificante: l'animale. Quando utilizzando tre specie animali diverse si ottengono tre risultati diversi, prevedere cosa succederà in una quarta specie ci sembra piuttosto difficile; non dimentichiamo che la quarta specie potrebbe essere la nostra.
La pecora non è sensibile all'arsenico. La stricnina non nuoce alla cavia, né al pollo, né alla scimmia. Se Socrate fosse stato un topo, la cicuta non l'avrebbe ucciso.
Non è rassicurante sapere che oggi molti laboratori usano animali transgenici, in cui sono stati impiantati geni umani. E' l'assurda conseguenza di una visione della scienza meccanicista e ottusa, che non tiene conto né della complessità di ogni essere vivente né delle infinite relazioni tra i suoi miliardi di variabili e l'ambiente.
Che i farmaci debbano essere sperimentati sull'uomo è vero, ma soltanto quando sul farmaco siano già state raccolte adeguate conoscenze scientifiche con metodi alternativi: dalle colture in vitro ai modelli matematici. Bisognerebbe comunque farlo solo quando è assolutamente necessario per curare un malato, e solo se questo è informato e consenziente; invece viene fatto su individui sani o su malati ignari, persino in ospedale e senza nessuna tutela legale. L'alibi è che la sperimentazione "è stata già fatta" (sugli animali); con risultati ovviamente conformi alle aspettative di chi li paga, o ne è pagato. Anche a costo di imbrogliare.
Oggi la magistratura sta cercando di far luce su un'industria dell'inganno retta da interessi economici spaventosi, per entità e cinismo; quel che sembra certo, è che la medicina non dovrebbe essere quel che è diventata. Ci sono metodi che - anche se talvolta meno redditizi - devono sostituire la sperimentazione animale al più presto; perché più sicuri; perché scientifici.
Abbiamo poco spazio e nessuna lobby alle spalle; comunque, se ci fate avere il vostro indirizzo vi spediremo altra documentazione. Chi vuole può aiutarci: usando il c/c postale 88922000, intestato al Comitato Scientifico Antivivisezionista, o aderendo a quest'ultimo. Qualsiasi tipo di animale sia l'uomo, ci auguriamo non si comporti come uno struzzo.
Comitato Scientifico Antivivisezionista
Via P. A. Micheli, 62 - Roma 00197
Tel (06) 3220720 Fax (06) 3225370
c/c postale: 88922000
Il Comitato Scientifico Antivivisezionista è promosso dal Fondo Imperatrice Nuda contro la sperimentazione animale e dalla Lega Anti Vivisezione.
L'unica cosa che bisognerebbe clonare è questo annuncio.
Clonazione. Cioè produzione in serie di esseri viventi: pecore o uomini non importa. Quel che importa, alle industrie che ne chiedono la brevettabilità - con la forza della lobby più potente del mondo - sono i soldi che ne ricaveranno.
Tutto è iniziato con la creazione di animali transgenici, esseri viventi "inventati " dall'uomo manipolando i codici genetici. La clonazione permette una produzione industriale veloce e legalizzata di questi mostri. Il rischio è che il commercio vinca sull'intelligenza, cancellando i confini tra le specie (i confini tra uomo e animale vengono infranti già quando si immettono nel secondo, i geni del primo), modificando - spesso con sofferenze atroci - organismi che sono diventati quel che sono in milioni di anni di evoluzione, e rischiando di sconvolgere quindi per sempre i delicatissimi equilibri della vita sulla Terra.
Con le attuali conoscenze scientifiche e tecnologiche non è possibile prevedere i risultati delle manipolazioni genetiche: già oggi i laboratori ospitano molti esseri deformi prodotti per errore. Rischiamo epidemie virali incontrollabili, nate dal passaggio di virus da una specie all'altra. Secondo un'opinione assai diffusa tra gli scienziati l'Aids, ad esempio, deriva dal virus Siv delle scimmie.
L'errore di fondo è l'avere adottato l'animale come modello sperimentale per l'uomo (e come alibi per sperimentare sull'uomo stesso senza le dovute garanzie). Dopo aver constatato che non è possibile trasferire sugli esseri umani le esperienze compiute sugli animali, né le loro parti come pezzi di ricambio, una ricerca sedicente scientifica insiste in questa visione frammentaria e meccanicistica degli esseri viventi, creando oggi animali transgenici, nell'assurdo tentativo di superare le difese immunologiche e le differenze tra le specie.
Se la sperimentazione animale è la maledetta eredità del passato, manipolazione genetica, brevetti e cloni saranno la maledetta eredità del presente.
Il nostro futuro non può restare nelle mani di una falsa scienza che privilegia, al bene collettivo, gli interessi economici. Aiutiamoci: l'unica lobby su cui possiamo contare noi siete voi.
Se potete, utilizzate il nostro conto corrente postale per farci avere un contributo; in ogni caso, scriveteci o telefonateci e - con il materiale che vi spediremo - diffondete queste idee.
Comitato Scientifico Antivivisezionista
Via P. A. Micheli, 62 - Roma 00197
Tel (06) 3220720 Fax (06) 3225370
c/c postale: 88922000
Questo annuncio è stato realizzato in collaborazione con CIVIS, Fondazione Hans Ruesch per una medicina senza vivisezione.
Il Comitato Scientifico Antivivisezionista è promosso dalla LAV, Lega Anti Vivisezione, e dal FIN, Fondo Imperatrice Nuda contro la sperimentazione animale.
La manipolazione genetica è uno scherzo orrendo che stiamo facendo ai nostri figli.
La proposta di autorizzare la creazione e il brevetto di nuove forme di vita, come fossero oggetti, strumenti di lavoro e di profitto, rischia di far vincere il commercio sull'intelligenza.
Non siamo fanatici avversari del progresso; cerchiamo solo di ragionare. Mischiare materiale genetico umano a quello di altre specie significa cancellarne i confini. Significa modificare - spesso a prezzo di sofferenze atroci - organismi che sono diventati quel che sono in milioni di anni di evoluzione, generazione dopo generazione; e sconvolgere quindi per sempre i delicatissimi equilibri della natura e della vita di questo pianeta.
Le conseguenze di certi progetti definiti scientifici si sono spesso rivelate imprevedibili: diffondere nell'ambiente informazioni genetiche che non hanno subìto il vaglio della selezione naturale significa semplicemente rischiare tutto quello che siamo e che sappiamo.
Il Comitato Scientifico Antivivisezionista combatte da anni contro gli inganni di una scienza falsamente scientifica; abbiamo dimostrato che trasferire sull'uomo i risultati ottenuti dalla sperimentazione animale è sempre inutile, e spesso dannoso. Ma se la vivisezione è una maledetta eredità del passato, la manipolazione genetica potrebbe diventare la maledetta eredità del presente.
Per continuare ad informarvi e costruire nel maggior numero di persone la coscienza e la conoscenza dell'assurdità di cui i nostri discendenti ci incrimineranno, abbiamo bisogno del vostro contributo. Tutti vi chiedono un aiuto per fare qualcosa. A noi serve perché qualcosa non venga fatta.
Comitato Scientifico Antivivisezionista
Via P. A. Micheli, 62 - Roma 00197
Tel (06) 3220720 Fax (06) 3225370
c/c postale: 88922000
Il Comitato Scientifico Antivivisezionista è promosso dal Fondo Imperatrice Nuda contro la sperimentazione animale e dalla Lega Anti Vivisezione.
La sperimentazione animale è una frode scientifica
Se Fido, il tuo cane, si ammalasse e stesse morendo, credi che sarebbe scientificamente possibile trovare una cura per lui sperimentando sul tuo sanissimo zio Walter?
Lo trovi ridicolo? Certo che lo è!
Eppure l'industria biomedica ed i suoi potenti alleati sono riusciti a convincere milioni di persone - anche le più intelligenti tra noi - che sia possibile trovare delle cure per le malattie umane sperimentando su animali sani.
La sperimentazione animale è una frode scientifica perché:
Ogni specie animale è un'entità diversa, sia in termini di biomeccanica che di biochimica. Le specie animali non sono differenti solo dagli esseri umani, ma anche tra loro: nella loro anatomia, fisiologia, immunologia, genetica ed istologia (e perfino nella struttura cellulare di base). Il cane è diverso dal gatto, che è diverso dal ratto, che è diverso dal topo; e ognuno è diverso dall'uomo. Ogni specie animale reagisce alle sostanze chimiche in maniera diversa: L'aspirina uccide i gatti e la penicillina uccide le cavie, che però possono tranquillamente mangiare la stricnina, uno dei veleni più letali per l'uomo, così come le pecore l'arsenico, e la lista potrebbe continuare all'infinito. Di conseguenza, sostanze molto utili per l'uomo sono state messe da parte, per anni, in quanto dannose agli animali, e moltissimi farmaci, considerati "sicuri" sulla base di esperimenti condotti sugli animali, sono stati poi ritirati dal commercio per avere causato nell'uomo gravi danni alla salute. In Italia, negli ultimi anni, sono stati ritirati migliaia di prodotti farmaceutici.
Le malattie dell'uomo non possono essere riprodotte negli animali - in realtà neanche nell'uomo - perché la malattia riprodotta è artificiale e diversa da quella che il corpo produce spontaneamente. Un esempio: se tu non hai l'epilessia, nessuno te la può far venire, e ancora meno la si può procurare ad un animale. In alcuni casi si possono ricreare dei sintomi della malattia, come le convulsioni, ma mai la malattia vera e propria. Fanno eccezione le malattie infettive, ma gli animali non contraggono quelle umane (infatti non è mai stato possibile, nei laboratori, contagiare di AIDS umano un solo animale). Tra le mille differenze che ci dividono dagli animali, vi sono anche quelle dei sistemi immunitari: i ratti vivono nelle fogne, i cani bevono l'acqua delle pozzanghere ed i gatti si leccano via la sporcizia dal corpo, senza ammalarsi!
Chi sperimenta sugli animali dice che sono abbastanza "simili" all'uomo. Ma in termini di vera scienza, il concetto di "simile" è del tutto privo di valore. Se qualcuno ti dicesse che nella stanza accanto non c'è ossigeno, ma un gas molto "simile" all'ossigeno, ci entreresti? Se ti servisse una trasfusione di sangue, e qualcuno ti dicesse che c'è una sostanza molto "simile" al sangue umano (come il sangue di scimpanzé), lo accetteresti? Se ti dicessi che i miei numeri del lotto sono molto "simili" ai numeri vincenti, ti congratuleresti con me?
Ti chiederai per quale ragione, allora, le sostanze destinate all'uomo vengono ancora sperimentate sugli animali. Lo si fa per favorire le carriere scientifiche basate sul numero di "pubblicazioni" prodotte e soprattutto le industrie. La sperimentazione animale fornisce ai produttori, oltre ad una eventuale tutela giuridica, la possibilità di selezionare la risposta, variando la specie animale o le condizioni dell'esperimento. Ciò consente, in un'ottica di profitto che non ha certo come fine la nostra salute, la commercializzazione di migliaia di farmaci, spesso inutili e talvolta dannosi.
L'attuale ricorso alle manipolazioni genetiche, per superare le differenze tra uomo e animale con la creazione di animali transgenici nei quali sono stati immessi geni umani, mostra ancora una volta l'irresponsabilità dell'ambiente scientifico che non vuole valutare le gravi conseguenze, pur spesso denunciate, di tali azioni; e mostra anche la sua ostinazione nel perseverare in una strada errata. Infatti con il tentativo di "umanizzare" l'animale da laboratorio (che resterà differente dall'uomo in tutte le sue altre caratteristiche) si ammette apertamente il fallimento della ricerca fatta con gli animali.
Dopo più di cento anni di massiccia e costosissima ricerca basata sulla sperimentazione animale, pur essendo cambiate sia le malattie che i loro decorsi, il numero dei malati non si è ridotto. Lungi dal trovare cure per i "mali del secolo", stiamo perdendo terreno nella lotta contro il cancro, le malattie cardiovascolari, il diabete, l'AIDS, la distrofia muscolare, la sclerosi multipla, la sindrome di Alzheimer e le malformazioni, per citarne solo alcune. Ed inoltre le malattie iatrogene (prodotte da farmaci), sono sempre più presenti. La spesa sanitaria dei Paesi industrializzati sta diventando un onere insostenibile e tutte le nazioni sono costrette, per questo, a ridurre l'assistenza sanitaria pubblica
In tutto il mondo è in rapida crescita il movimento di Medici e Scienziati che si battono per l'abolizione della sperimentazione animale, metodo di ricerca che ha sempre usurpato all'osservazione clinica il merito delle conquiste scientifiche del passato, che ha ostacolato il progresso della medicina e che è causa di una sperimentazione incontrollata sull'uomo. Questo movimento, rappresentato in Italia dal Comitato Scientifico Antivivisezionista, si batte per una medicina che abbia basi scientifiche e che si serva della prevenzione, della ricerca clinica e soprattutto della logica e del buonsenso.
La scelta non è tra un bambino e un topo.
La scelta è tra vera scienza e falsa scienza.
Comitato Scientifico Antivivisezionista
Via P. A. Micheli, 62 - Roma 00197
Tel (06) 3220720 Fax (06) 3225370
c/c postale: 88922000
CIVIS
Fondazione Hans Ruesch per una medicina senza vivisezione
Ringraziamo THE NATURE OF WELLNESS per averci autorizzato ad adattare il testo "Why Animal Research is a Medical and Scientific Fraud" pubblicato su "Scientific American" (febbraio 1997)
Pagina dedicata a Hans Ruesch, che con i suoi libri ha fondato il moderno movimento antivivisezionista scientifico.