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COMUNICATO EQUIVITA

15.01.2022

Chimera uomo-animale? Una logica perversa

______________________________________________________________

Il Comitato Scientifico EQUIVITA esprime profondo sdegno e disapprovazione per una grave decisione presa dagli USA, con una incredibile speciale autorizzazione della FDA, Food and Drug Administration. Quella di procedere con la creazione di una chimera uomo-animale per risolvere la richiesta di un malato terminale che non aveva ricevuto alcuna donazione di organo umano.

Una decisione che scavalca ogni limite di logica e di correttezza scientifica, prima ancora che di etica, per non citare i numerosi trattati internazionali (vedi NOTA) che sono stati infranti con l’intervento, avvenuto il 7 gennaio scorso.

Una decisione che non tiene conto di come gli xenotrapianti siano già sempre miseramente falliti a causa dell’alto rischio che vi è in essi di diffusione nell’uomo di virus o retrovirus provenienti da altre specie. Questi virus, grazie alla immunosoppressione praticata per evitare il rigetto, troverebbero condizioni ideali, passando all’uomo, per tramutarsi in agenti patogeni umani!

Inoltre, la decisione del FDA avviene proprio oggi, nel momento in cui:
           1)  in tutto il mondo stiamo vivendo la pandemia del Covid, la cui diffusione è stata comunemente attribuita proprio ad un virus proveniente da altra specie animale!

           2)  la diffusione della PSA, Peste Suina Africana, potrebbe contagiare ancor più facilmente chi ha subito uno xenotrapianto proprio da maiale.

Per chi non fosse informato, il progetto di usare nell’uomo organi provenienti da “chimere uomo-animale” (rilanciato a varie riprese e sempre fallito) prevede che vengano anzitutto introdotti dei geni umani negli animali destinati al trapianto, trasformando questi in chimere uomo-animale, come precisava il famoso promotore degli Xenotrapianti, il chirurgo Thomas Starzl (The Lancet. 1993,341,65-71). In quanto al trapiantato, definito da Starzl “chimera post-operatoria”, studi scientifici hanno dimostrato che le cellule dell’animale si diffondono poi in tutto il corpo (a tale punto che, secondo il dott. White, collega di Starzl, è utile trapiantare prima dell’intervento un poco di midollo osseo dell’animale donatore nel paziente destinato al trapianto, per renderlo più “compatibile”).

Nell’anno 2000 il governo britannico si accinse ad autorizzare la prima prova clinica di xenotrapianto, ma fu stabilito che il paziente che si sottoponeva a tale intervento dovesse impegnarsi per iscritto a non avere figli, a dichiarare tutti i suoi partner sessuali e conviventi, e a rendersi disponibile ad un confinamento nel caso dell’insorgere di qualche problema. E Il progetto misteriosamente fallì…

E’ necessario anche elencare il rischio che corre il paziente stesso, dovuto all’immensa differenza che intercorre, in ogni minima parte, tra lui e l’animale (la differenza che rende in generale le prove fatte sugli animali non predittive per l'uomo). Il rischio va dal rigetto iperacuto, in cui l’organo trapiantato si necrotizza, a quello dei frequenti tumori, causati dalle dosi massicce di immunosoppressori.

Vi sarebbero ancora vari altri argomenti, ma quelli elencati ci sembrano più che sufficienti.

Chiudiamo dunque con una domanda provocatoria ma di significato, rivolta a chi sostiene che gli xenotrapianti si debbano portare avanti: un malato bisognoso di trapianto multiplo, ad esempio cuore-fegato-reni potrà ricorrere allo xenotrapianto senza perdere i suoi diritti civili di “essere umano”?

Il Comitato Scientifico EQUIVITA, si è battuto per lunghi anni contro la brevettabilità della materia vivente, Tale brevettabilità, oggi messa sotto accusa da una vasta maggioranza, ha aperto la strada ad un uso improprio del nostro Bene Comune più prezioso: le piante, gli animali e il corpo umano stesso. EQUIVITA condanna una ricerca scientifica mossa da interessi di mercato e poco rispettosa dei principi etici e scientifici che dovrebbero guidarla.

 

NOTA: Ecco alcuni soltanto dei Trattati Internazionali disattesi:

-       La Convenzione sulla Biodiversità di Rio de Janeiro (1992)

-       La Convenzione sulla Bioetica del Consiglio d’Europa (1996)

-    La  Dichiarazione dell’Unesco in difesa del Genoma Umano (1997), fatta propria dall’Assemblea Generale  dell’ONU e inserita in:
        LA DICHIARAZIONE DEI DIRITTI UMANI.

-       Ecc, ecc.

Vi inoltriamo un comunicato di Europa Verde:

 

Bruxelles, 27 Agosto 2021

 

BRASILE, PROTESTE CONTRO ESPROPRIAZIONE DELLE TERRE INDIGENE. EVI E BONELLI (EUROPA VERDE): SERVE AZIONE INTERNAZIONALE A TUTELA DEGLI INDIOS

 

Continua a Brasilia la protesta degli indios che, con una mobilitazione di migliaia di partecipanti, che ha visto riunite le 176 diverse popolazioni provenienti da tutte le regioni del Paese, aspettano la sentenza della Corte Suprema federale sul futuro delle terre indigene protette.

 

“Questa sentenza ha una portata storica, perché un esito sfavorevole priverebbe di fatto non solo le popolazioni indigene, ma l’intero pianeta, di uno dei territori più ricchi di biodiversità al mondo, lasciandolo nelle mani delle grandi industrie alimentari, di sfruttamento minerario, e cercatori d’oro  e rendendo ancora più drammatico il fenomeno della deforestazione dell’Amazzonia. La battaglia per l’Amazzonia significa difendere un ecosistema strategico per il futuro del pianeta, ma anche i diritti  dei popoli indios che da millenni ci vivono preservandola. Si  tratta in un polmone verde di capitale importanza per il futuro di tutti, un’area che, come dimostrano i dati ONU di quest’anno, proprio perché gestita dagli indios, presenta un tasso di disboscamento tre volte inferiore rispetto a quello degli altri territori”- dichiarano in una nota stampa Eleonora Evi e Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde.

 

“È una lotta per la vita che ci riguarda tutti, un esito sfavorevole alle popolazioni indigene sarebbe un evidente controsenso proprio nel momento in cui la comunità internazionale è chiamata ad intervenire urgentemente sulla questione climatica con il vertice di Glasgow a novembre.

 

E’ necessaria una mobilitazione internazionale affinché i diritti sanciti dalle Nazioni Unite verso i popoli indigeni vengano tutelati, e allo stesso modo è indispensabile fermare accordi commerciali scellerati come quello con i Paesi del Mercosur, che di fatto cancellerebbe con un colpo di spugna tutti gli obiettivi previsti dal Green Deal, provocando una vera e propria devastazione ambientale, con un aumento vertiginoso delle emissioni di gas serra, l’incremento dell’agricoltura industriale per la produzione di carni di bassa qualità e andando ad aggravare il già serissimo fenomeno della deforestazione, con un impatto sul clima senza precedenti.

Non c’è tempo da perdere, dobbiamo agire ora e con fermezza per salvaguardare i diritti dei nativi e il futuro del nostro pianeta.

 

Eleonora Evi

Member of the European Parliament

Europa Verde

Committee on Environment, Health and Food Safety

Committee on Petitions

Tel +32(0)2 28 45290

Ufficio stampa + 39 3291104014

EQUIVITA,

Comitato Scientifico Antivivisezionista

rilancia il seguente

 

Comunicato Stampa

30.5.2021

Oggi, nella  Giornata STOP PESTICIDi

il WWF Italia

 

sostiene il sindaco di Nepi

per difendere la sua ordinanza

CONTRO I PESTICIDI

E PER CONTESTARE l'immediato ricorso di ASSOFRUTTI !

 

Un'altra agricoltura è possibile e sarà lo strumento primario per mettere fine all'attuale pandemia, che trae origine dallo sconvolgimento degli equilibri naturali

Il WWF difende il disegno di legge 988 sull'agricoltura biologica e chiede alla Camera dei Deputati di approvare rapidamente il testo  licenziato al Senato a larghissima maggioranza, con un solo voto contrario e un voto astenuto.

 

La UE ha già indicato la strada da percorrere con le sue strategie "FARM TO FORK" e "BIODIVERSITA' 2030", ovvero: 

- RIDURRE del 50% l'uso dei pesticidi e del 20% dei fertilizzanti chimici ,

- DESTINARE il 10% della superficie agricola alla tutela della natura e il 25 % all'agricoltura biologica .

Nella UE è anche stata presentata una Risoluzione per indurre la  Commissione a proporre analoga percorso nella futura legislazione  agraria  UE.

Al momento dobbiamo sostenere il sindaco di Nepi nella sua battaglia contro i pesticidi.

La vera transizione ecologica deve partire dall'abolizione del nostro uso indiscriminato di veleni !

 

WWF Italia

Via Po, 25, Roma

3 maggio 2021

 

EQUIVITA

Comitato Scientifico Antivivisezionista

RILANCIA l’appello della

LIPU

(Lega Italiana Protezione Uccelli)

 

“NATURA ITALIANA ADDIO ?”

 

Con la nuova versione del Recovery Plan tutti i timori si stanno confermando. La biodiversità è dimenticata. Un esempio su tutti: “Natura 2000, la grande rete delle zone di natura più preziosa, da difendere e conservare, non viene nemmeno citata.

Non mancano invece strade, valichi, trafori, impianti sciistici, impianti di rinnovabili senza alcuna pianificazione, il tutto favorito dal prossimo Decreto Semplificazioni, che depotenzierà la normativa di tutela.

È un vero assalto agli ultimi territori naturali del Paese. Ci hanno provato per trent'anni, ora sono a un passo dal riuscirci.

Non dobbiamo permetterlo! La LIPU, Lega Italiana Protezione Uccelli, sta facendo pressione sulla Commissione europea perché intervenga, chiedendo almeno una parziale correzione del Piano.

Inoltre stiamo facendo arrivare il messaggio al Presidente Draghi e al Ministro Cingolani.

Potete aiutarci firmando, andando sul nostro sito.

           

            Il Comitato Scientifico Antivivisezionista sostiene questo appello della LIPU

 

Lipu

www.lipu.it

 

Risposta di EQUIVITA, Comitato Scientifico Antivivisezionista,

alla decisione del Consiglio di Stato riguardante i macachi di Parma

30.1.2021

 

Il Comitato Scientifico EQUIVITA accoglie con grande sconforto e stupore il voto emesso dal Consiglio di Stato che condanna i 6 macachi di Parma ad una sperimentazione tanto inutile quanto invasiva. Tale sperimentazione, che investe somme (dei contribuenti) assai elevate, è probabile che oltre tutto incida sulle risorse disponibili per tante situazioni di emergenza di questo drammatico periodo.

 

Desideriamo mettere in evidenza due punti:

 

a)  Il Comitato Scientifico EQUIVITA tiene a precisare anzitutto di ritenere inutili non solo le sperimentazioni sui macachi progettate dal Prof. Tamietto per il progetto Light-up, ma inutili anche TUTTE le sperimentazioni finalizzate alla salute umana che si avvalgono del modello animale. Chiunque sostenga questa posizione per cui “nessuna specie animale può essere modello sperimentale di altra specie” (P. Croce, Ospedale Sacco, membro del College of American Pathologists) viene costantemente censurato da chi, sia per radicamento a vecchie usanze e convinzioni, sia di frequente per interessi personali o di gruppo, sostiene l’opposto (vedi NOTA 1).

Ma nonostante le continue censure, il Movimento Scientifico Antivivisezionista cresce di anno in anno in tutti i continenti.

b) Molto spesso, troppo spesso, viene attribuita l’ostilità all’uso degli animali in laboratorio esclusivamente agli “animalisti”, ovvero ad una (giusta) battaglia sul fronte dell’etica, che si può sintetizzare nella frase “un essere vivente non può essere considerato tanto simile all’uomo da potergli servire come modello sperimentale e allo stesso tempo tanto dissimile da non avere assolutamente alcun diritto”. Noi riteniamo che l’etica sia oggi l’area in cui occorre il maggiore impegno per salvare il pianeta.

TUTTAVIA TENIAMO A PRECISARE CHE:

 EQUIVITA CONDANNA LA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO QUALE MEMBRO DI UN IMPORTANTE MOVIMENTO SCIENTIFICO CHE IN TUTTO IL MONDO SI BATTE PER UN FONDAMENTALE RINNOVAMENTO DELLA SCIENZA E CHE SI OPPONE ALL’USO DEL MODELLO ANIMALE NELLA RICERCA BIOMEDICA DESTINATA ALL’UOMO, IN QUANTO TALE MODELLO E’ SCIENTIFICAMENTE ERRATO (Nota 2).                                      

 

Chi continua a difendere il modello animale, fingendo di non sentire le nostre obiezioni SCIENTIFICHE, vuole evitare:

  • Di dover trovare argomenti su posizioni difficili da sostenere e che, oltre tutto, verrebbero smentite da centinaia di statistiche (un solo esempio tra tanti: su 100 farmaci che sono risultati innocui sugli animali, 92 vengono poi scartati durante le prove cliniche sull’uomo. Pubmed);
  • Di dover confrontare i risultati che si ottengono usando l’antiquata modalità di ricerca nella scatola cranica delle scimmie con i risultati che si ottengono con le nuovissime tecnologie, non invasive, in particolare nello studio del cervello umano come il neuroimaging, come gli organoidi, che riproducono il cervello umano in vitro (mini-brain) come anche qualsiasi altro organo, ecc. ecc.
  • Di dover confrontare i tempi delle risposte (che saranno cento, mille volte più veloci), oltre alla completezza delle risposte (che potranno essere riferite a tante situazioni diverse in uno stesso esperimento) e anche, last but not least, il costo della ricerca;
  • Di dover promuovere l’osservanza dell’obbligo, risultante dalla direttiva UE, di sostituire il modello animale con i nuovi metodi, non appena questi sono validati (NOTE 3 e 4).

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PER CONSULTARE UN VASTO ARCHIVIO di dichiarazioni, di studi scientifici, di posizioni, di questo crescente movimento, consultare il sito <Stopvivisection.eu> (1.171.000 firme legalizzate, raccolte in 10 mesi e presentate a Bruxelles il 15.5.2015 dai promotori dell’Iniziativa de Cittadini Europei “Stopvivisection”).

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Nota 1: A testimonianza di ciò è sufficiente osservare che il modello animale viene preso come “Golden Standard” per la validazione di ogni “metodo alternativo”, mentre esso stesso (ovvero l’uso del modello animale) non è mai stato riconosciuto o “validato”!

 

Nota 2: “Biologi italiani” 6/2003:

Il fenomeno di come certi assunti metodologici si radichino in una comunità scientifica senza che ripetuti fallimenti riescano ad incrinare la fedeltà, se non la fiducia, dei praticanti è stato posto al centro della sua concezione della scienza dello storico ed epistemologo Thomas Kuhn.

Come si sa, per Kuhn la scienza procede per lunghi periodi di “scienza normale”, cioè di dominio, tenace e insensibile, alle critiche di un paradigma (l’insieme di idee, tecniche e problemi accreditato in quel momento presso la data comunità scientifica) intervallati da periodi relativamente brevi di “crisi” (durante i quali prolificano le difficoltà concettuali e le anomalie sperimentali irrisolte), che a loro volta culminano nelle “rivoluzioni scientifiche”; queste ultime inaugurano una nuova epoca di scienza normale, all’insegna di un nuovo paradigma”.

Marco Mamone Capria, Università di Perugia, da: “Pseudoscienza nella scienza biomedica contemporanea: il caso della vivisezione “.

 

Nota 3: Il fatto che la stessa sostanza possa essere dichiarata inoffensiva o cancerogena a seconda della specie animale utilizzata, fa della sperimentazione animale lo strumento per eccellenza per commercializzare ogni tipo di prodotto , anche se pericoloso,  e per mettere a tacere le vittime che osassero fare causa al produttore.

Claude Reiss, tossicologo molecolare e direttore di ricerca emerito al CRNS di Parigi.


Nota 4: Nature, 10,11,06

Le prove su animali sono scienza di cattiva qualità. Dalla loro sostituzione dipende la vita di milioni di esseri umani, essendo ormai dimostrato che all’inquinamento chimico è dovuto il costante aumento di tumori, malattie neurodegenerative, malformazioni, disordini del sistema endocrino, riproduttivo, ecc.

Thomas Hartung: già direttore del Centro Validazione Metodi Alternativi, (ECVAM) della UE.



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