Vivisezione: un problema etico, politico e mediatico                                        

                                                                                                        Vanessa Tucci                             

La sperimentazione animale, oltre ad essere un errore scientifico, è nella nostra società un espressione del dominio antropocentrico e della pratica di sopraffazione e mercificazione del vivente, che utilizzano qualsiasi componente della natura come “risorsa” da sfruttare.

Un'analisi della sperimentazione animale include, di conseguenza, oltre che un’analisi scientifica, una considerazione della scienza medica nel suo insieme e del legame con il sistema sociale, politico ed economico vigente.

La sperimentazione animale, infatti, oltre a fondarsi su un  " errore metodologico", perpetua una visione meccanicista e riduzionista della natura.
L'animale viene “studiato” al di fuori del suo contesto naturale e analizzato nelle sue minime parti e reazioni, nonostante esso in tali condizioni non rappresenti un modello valido neppure per la specie cui appartiene.
Lo stesso ”riduzionismo” è applicato successivamente alla specie umana. Non viene tenuta in alcun conto l'interazione dell'uomo con l'ambiente e vengono trascurate le cause reali della malattia, che attengono ad un' equilibrio psico-fisico.

La malattia risulta essere dunque la somma di una serie di sintomi la cui cura viene individuata nell'ingestione di un numero sempre maggiore di farmaci.
Il cittadiino-malato viene ridotto in  semplice consumatore che, privato della consapevolezza delle proprie capacità autorigeneratrici e guaritrici, delega la propria cura ad una burocrazia medica, che sembra detentrice di verità occulte e inconfutabili.
Egli, adottando la “mentalità della pillola come panacea di ogni male”, diviene dipendente di un sistema medico che lo ammala, inducendolo ad assumere sempre più farmaci, spesso pericolosi in quanto testati su animali.

A spingerlo in questo baratro sono una serie di lobby che determinano le scelte del sistema sanitario vigente, orientato a sostenere ciò che reca loro profitto e a trascurare la prevenzione.
Tra queste compare la lobby delle industrie farmaceutiche, che realizza una copiosa campagna promozionale volta a incentivare il consumo e a sostenere il riduzionismo nell’approccio alla cura (che la sua massima espressione nella sperimentazione animale).