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Sostanze tossiche

1° luglio 2009

Tra sostanze tossiche e cautele
Fonte: Corriere della Sera, Fulco Pratesi


La vicenda di Castel Sant'Angelo, dei ratti avvelenati e dei gabbiani che se ne cibano induce a qualche ragionamento di tipo ecologico-sanitario.
In primo luogo sull'uso disinvolto e spesso irresponsabile di sostanze tossiche in città.
La pratica delle disinfestazioni (portata avanti da ditte interessate con la connivenza di amministratori, sia pubblici sia condominiali) ha assunto dimensioni preoccupanti. Ignorando i limiti e Ie norme che vigono nelle campagne dove la popolazione umana e molto piu rarefatta, s'irrorano so­stanze chimiche dannose (basta leggere Ie istruzioni sui contenitori) in città, ove la densità umana e altissima, chiedendo solo agli abitanti di chiudere Ie finestre e tenere al sicuro bambini e animali domestici.
In secondo luogo sono errati gli obiettivi di queste pericolose operazioni. Se destinate alle zanzare, Ie irrorazioni rivolte agli individui adulti sono inefficaci e hanno il risultato di sterminare i piu validi avversari di questi ditteri, come pipistrelli e uccelli insettivori, rane e libellule, tutte specie che stanno scomparendo assieme alle lucciole pasoliniane, Ie farfalle e Ie cicale.
Ma i danni maggiori (ancorché a scoppio ritardato) sono quelli alla salute uma­na, soprattutto negli organismi in fase di sviluppo come i bambini.
Mentre i tumori, grazie al progresso della medicina, sono sempre meglio curati, il loro numero é in costante ascesa. Ed é provato che Ie cause che li provocano sono le­gate strettamente all’irresistibile moltiplicazione delle molecole chimiche immesse nell'ambiente senza adeguata sperimentazione.           
E veniamo ai protagonisti animali della recente vicenda.
Non per fare un'opinabile difesa dei parassiti urbani. Ma i ratti - considerati dei diffusori di malattie e simbolo di sporcizia, oltretutto schifosi (anche se con una coda bella piumosa sarebbero amati come gli scoiattoli) - svolgono quasi sempre un'utile azione eliminando i rifiuti organici, che potrebbero, essi sì, causare danni. Se non ci fossero immondizie, i nostri ratti si limiterebbero a nutrirsi d'insetti, vermi, chioccioline, pescetti e altre creature selvatiche lungo Ie rive del Tevere.
Infine i gabbiani. Quelli che, adempiendo imprudentemente alla loro funzione di spazzini, si sono nutriti dei ratti avvelenati non avranno molte speranze di sopravvivenza. Sono ben note Ie tragiche catene di morte che un uso incosciente di veleni puo scatenare nel mondo animate.

 

L'ANTEFATTO:

Castel Sant’Angelo, topi morti nei giardini frequentati dai bambini

Allarme Derattizzazione «fai da te», le mamme chiamano i vigili


Fonte: Corriere della Sera, Ilaria Sacchettoni


I giardini di Castel Sant’Angelo sono stati interdetti dalla polizia municipale del XVII Gruppo. Ieri l’area del parco giochi era infestata di roditori morti. Nei giardini, all'altezza del fiume, i topi hanno sempre circolato in molti. In questo caso si é trattato di una derattizzazione eseguita privatamente dagli organizzatori della kermesse estiva «Invito alla lettura». I responsabili assicurano che l'iniziativa era nota al Municipio ma la polizia municipale non era stata informata. L'intervento é stato eseguito senza un avviso ne’ una delimitazione. Disgustati e spaventati i frequentatori del parco: sono state le mamme infuriate e preoccupate a chimare i vigili.
Alfred Hitchcock avrebbe gradito. Verso le diciannove ai giardini di Castel Sant'Angelo un gabbiano pesante si tuffa sulla prima carcassa di roditore che incontra, cominciando a lavorarla con il becco. I cadaveri saranno una quindicina. Di topi, si sa, la zona e piena. Tempo fa, dopo piogge insistenti, arrivarono perfino sotto al Palazzo di Giustizia. Saltellavano in piazza Cavour sotto il monumento a Camillo Benso.
Ma in questo caso si tratta di topi morti. La faccenda e inquietante. Cos'é successo? Una derattizzazione «privata» senza alcun avviso pubblico. I corpi dei ratti sono allineati lungo il perimetro di Castel Sant'Angelo, l’antico fossato dove ora é il parco giochi con altalena e scivolo. Sopra, pochi metri più in là è stata allestita la manifestazione estiva «Invito alla lettura», storica kermesse estiva che, dopo un breve esilio a Villa Borghese (era il 2003 e fioccarono le proteste degli organizzatori), é tornata a Castel Sant'Angelo. II gabbiano non se ne va, mentre dal fiume arriva un secondo e poi un terzo, tutti affamati. Mamme e papà con bambini e cani al seguito sono divisi tra disgusto e preoccupazione. Poco prima qualcuno dei molti fruitori dei giardinetti é incappato nel corpo stecchito di un roditore
che, zampe all'aria e incisivi in fuori, delimita l’area perimetrale e ha chiamato le forze dell'ordine.
Alle diciotto la zona è stata transennata dal nucleo di polizia giudiziaria del XVII Gruppo della Municipale ma il mistero non s'é ancora sciolto. Finché non arriva uno degli organizzatori della manifestazione estiva: «Abbiamo fatto intervenire una ditta...». Derattizzazione privata sul suolo pubblico. Niente avviso, nessuna delimitazione dell'area: la zona e stata cosparsa di trappole velenose («Quale, che tipo di sostanze sono state utilizzate?» domanda l’istruttore Marco Milani, chiedendo una relazione in merito) e poi lasciata incustodita. Due dipendenti della dita con sacchetti della spazzatura si affacciano verso le 19.30. La Municipale li allontana e invece chiama l'Ama, avverte la Asl e decide di presidiare con una pattuglia per la notte. «Siamo sbalordite - commentano due signore della zona - noi qui ci portiamo il cane due volte al giorno, potevano avvelenarlo». Giurano gli organizzatori che la presidenza del XVC Municipio era stata avvisata della presenza dei topi. I vigili verificano che la concessione di suolo pubblico era stata regolarmente rilasciata e non risulta una preventiva richiesta di derattizzazione in zona.
«La zona era infestata. Credevo di fare un favore, invece mi ritrovo sul banco degli imputati» esclama Franco Maccaroni, uno degli organizzatori de
lla kermesse. Intanto i gabbiani continuano a beccare.



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