Lo studio di Antidote Europe  “Effetti dei pesticidi sulla salute umana”

André Ménache *

L’era dei pesticidi di sintesi è iniziata negli anni ‘40 e ‘50 del secolo scorso. Da allora, il loro uso è aumentato di 50 volte dal 1950 e oggi se ne utilizzano 2,3 milioni di tonnellate ogni anno. Il 75% di tutti i pesticidi utilizzati nel mondo riguarda i paesi sviluppati, ma il loro uso è in crescita anche nei paesi in via di sviluppo.

Secondo stime dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), sono tre milioni i lavoratori agricoli dei paesi in via di sviluppo colpiti da Intossicazione Acuta da Pesticidi (IAP) ogni anno, e circa 18.000 quelli che perdono la vita a causa della sindrome (si tratta, probabilmente, di stime enormemente inferiori alle cifre reali). I pesticidi sono, inoltre, associati a numerosi tipi di cancro, tra cui il linfoma non-Hodgkin, la leucemia e il cancro alla prostrata, e a malattie neurodegenerative come il Parkinson. Molti pesticidi infine, sono interferenti endocrini e possono arrivare a danneggiare il sistema riproduttivo umano. E’ il caso, ad esempio, dei pesticidi organoclorini, come il DDT e la diossina.

 

E’ da notare, a questo proposito, che è stato proprio il disastro industriale di Seveso del 1976, che comportò una massiccia immissione di diossina nell’ambiente, a spingere l’Unione europea a prendere infine provvedimenti. Nel 1981 le autorità europee hanno deciso di sottoporre tutti i nuovi prodotti chimici a test di tossicità ed è nato il regolamento REACH (Registrazione Valutazione Autorizzazione delle sostanze chimiche). Tuttavia, il programma di valutazione REACH non comprende i pesticidi, che sono invece competenza di un’altra direttiva (Direttiva sui biocidi 98/8/CEE).

 

Dopo oltre mezzo secolo di intenso uso dei pesticidi, le autorità sanitarie si sono dunque infine rese conto che queste sostanze chimiche di sintesi hanno prodotto effetti disastrosi per la salute umana e per l’ambiente. Questo nonostante i pesticidi chimici fossero stati tutti testati, con esperimenti su animali che fornivano all’industria e alle autorità regolatrici i dati per calcolare i limiti dell’esposizione umana. Sappiamo oggi che questo è stato un grosso errore. Anche se non possiamo cancellare i danni provocati fino ad oggi, possiamo, almeno da oggi, applicare i metodi della moderna tossicologia per orientare le scelte dei legislatori e degli enti regolatori.

 

Antidote Europe contribuisce a guidare questa rivoluzione scientifica collaborando ad uno studio sugli effetti causati dai singoli pesticidi, come pure dalle miscele di pesticidi, utilizzando linee cellulari umane invece che animali.

Antidote - utilizzando la tossicogenomica - è inoltre in grado di valutare gli effetti di sostanze combinate. Nei prossimi mesi i risultati di questo studio saranno pubblicati su di una rivista scientifica. Siamo lieti che l’Unione Europea abbia finalmente compreso la vitale importanza di questi studi per la tutela della salute e dell’ambiente e che, inoltre, stia iniziando a studiare gli effetti delle combinazioni di sostanze chimiche (fino ad oggi mai prese in esame).

Il nostro compito è adesso di vigilare affinché gli studi siano condotti in modo intelligente: utilizzando cellule umane e non animali da laboratorio.

A nome di Antidote Europe accetto con gratitudine il Premio Pietro Croce 2009, che ci aiuterà a raggiungere il nostro obiettivo. I nostri sinceri ringraziamenti vanno a Fabrizia Pratesi, al presidente Gianni Tamino, alla presidente Ebe Dalle Fabriche, alla Signora Sylvia Croce e allo staff di Equivita e del Movimento Ecologico Nazionale UNA per tutto il loro sostegno e il loro impegno.

* veterinario, direttore di “Antidote Europe”