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Newsletter giugno 2009

15/06/09
Il Vaticano abbraccia gli Ogm? Una falsa notizia
Fonte: "Did the Vatican endorse gm crops?", Seán McDonagh

Secondo quanto riferiscono il blog statunitense Des Moines Register e la prestigiosa rivista britannica New Scientist, con la Settimana di Studio sulle colture transgeniche organizzata dalla Pontificia Accademia delle Scienze a maggio 2009, il Vaticano avrebbe – un po’ a sorpresa – appoggiato gli Ogm come strumento capace di garantire la sicurezza alimentare mondiale.
Si tratta, tuttavia, di una notizia falsa. La Pontificia Accademia delle Scienze, infatti, pur riunendosi sotto gli auspici del Vaticano e avendo un vescovo come cancelliere non è la portavoce della Santa Sede. La Pontificia Accademia si limita a mettere insieme esperti di diverse discipline per dibattere temi scientifici di vario genere e, se anche emette specifiche raccomandazioni, non necessariamente riflette il punto di vista del Vaticano.
Ne sono prova, nel caso in esame, le recenti dichiarazioni del Pontefice Benedetto XVI, che nel documento di preparazione al Sinodo dei Vescovi per l’Africa, ha condannato: “La campagna di semina di organismi geneticamente modificati (Ogm), che pretende di assicurare la sicurezza alimentare”, ma ”rischia di rovinare i piccoli coltivatori e di sopprimere le loro semine tradizionali rendendoli dipendenti dalle società produttrici di Ogm” (Instrumentum Laboris, marzo 2009).
Se, al contrario, l’approvazione delle colture transgeniche fosse venuta dal Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace o dalla Segreteria di Stato, essa avrebbe realmente rappresentato la posizione della Santa Sede sui transgenici.
La celebrazione indisturbata delle colture gm alla Settimana di Studio dello scorso maggio deve essere ascritta, quindi, alla sola Pontificia Accademia delle Scienze, impegnata a promuovere l’adozione dei transgenici nel mondo sin dal lontano 2003, oltre che, naturalmente, ai relatori chiamati a intervenire al Seminario, tutti scelti appositamente tra i partigiani della falsa "opzione tecnologica"  nella lotta alla fame del mondo.

13/06/09
Contro i cambiamenti climatici con i contadini, veri custodi della biodiversità del pianeta
Fonte: Navdanya

Per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici occorre salvaguardare la biodiversità del pianeta garantendo il millenario diritto dei contadini a conservare, scambiare e riprodurre sementi. La brevettazione delle colture "a prova di clima" da parte dei colossi del biotech, invece, è un furto ai danni delle comunità che le hanno selezionate nel tempo, della società e della terra (biopirateria), e sbarra la strada alla futura ricerca di soluzioni di adattamento.
Lo afferma il rapporto "Biopiracy of climate resilient crops" di Navdanya, Ong indiana fondata e diretta da Vandana Shiva. Il rapporto presenta l’elenco completo delle sementi capaci di resistere a siccità, inondazioni e salinizzazione del suolo che Navdanya ha recuperato e messo al sicuro in speciali banche comunitarie. Per poi essere brevettate dalle grandi multinazionali del biotech!
In accordo con quanto è stato richiesto da molti paesi del Sud del mondo ai negoziati sul clima di Bonn (giugno 09), Navdanya chiede che le colture capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici restino fuori dal regime dei brevetti in quanto bene comune. Navdanya auspica, inoltre, che le pratiche di selezione partecipativa delle sementi, sperimentate con successo dall’organizzazione e da altre comunità rurali, possano trovare il posto che meritano nell’”India's National Action Plan on Climatic Change”. Il piano è oggi interamente focalizzato sulle biotecnologie e l’agricoltura industriale che erodendo la biodiversità del pianeta ne aggravano la condizione di vulnerabilità.

11/06/09
Primo caso di disaccordo all’EFSA, in dubbio la sorte della patata gm della Basf
Fonte: Greenpeace Europe

L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) non ha raggiunto una decisione unanime sull’uso dei geni per la resistenza agli antibiotici nelle piante geneticamente modificate. La decisione presenta conseguenze significative per l’autorizzazione della patata Amflora della Basf e per altri prodotti gm già immessi sul mercato. Pur ammettendo l’esistenza di incertezze sul piano scientifico, il Gruppo sugli Ogm (GMO) dell’EFSA ha stimato improbabile che i geni per la resistenza agli antibiotici presenti in alcune colture transgeniche possano causare rischi sanitari o ambientali. Ma due scienziati senior del Gruppo sui pericoli biologici (BIOHAZ), anch’esso responsabile della valutazione dei rischi, hanno assunto posizioni differenti dichiarando che gli effetti avversi non possono essere valutati e che la possibilità che i geni si trasferiscano dalle piante ai batteri può variare notevolmente da bassa a elevata. L’EFSA ha già espresso parere favorevole sulla patata gm della Basf che contiene un gene per la resistenza agli antibiotici, ma su richiesta della Commissione UE si è vista costretta a effettuare una nuova valutazione dei rischi dopo aver lungamente eluso obiezioni scientifiche e giuridiche. Una legge dell´Unione europea prevede che i geni per la resistenza agli antibiotici che possono danneggiare la salute e l’ambiente siano eliminati entro il 2004. Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), il gene presente nella patata Amflora della BASF è legato ad antibiotici di vitale importanza nella lotta a malattie gravi come la tubercolosi. Marco Contiero di Greenpeace Europe ha dichiarato: "La Basf ha avuto otto anni di tempo per produrre una patata libera dal gene incriminato, ma ha preferito non farlo per risparmiare tempo e denaro. Autorizzare il prodotto adesso, sarebbe folle quanto rimettere in produzione macchine prive di airbag e cinture di sicurezza". Alla luce delle molte incognite che ancora gravano sui geni marcatori per la resistenza agli antibiotici, Greenpeace ha esortato la Commissione UE a proibire la patata Amflora della Basf e a ritirare dal mercato tutti i prodotti gm dello stesso tipo.



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