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MOZIONE per una moratoria alla commercializzazione
o introduzione nell'ambiente di Ogm.

Premesso:

che 170 medici e scienziati europei hanno sottoscritto un appello a sostegno dell'allarme espresso dall'opinione pubblica del mondo intero sull'introduzione delle manipolazioni genetiche in agricoltura

che essi, ritenendo questo allarme pienamente motivato, denunciano:

  • come la rapida espansione delle nuove biotecnologie sia avvenuta senza che i singoli paesi (ed in particolare quelli in via di sviluppo) avessero modo di dotarsi delle competenze necessarie e degli strumenti utili a valutare e controllare correttamente le loro applicazioni;

 

  • come di conseguenza gli strumenti per controllare gli effetti degli Ogm (Organismi geneticamente modificati) sulla salute, sull'ambiente e sulla società siano del tutto inadeguati nei paesi sviluppati ed additrittura inesistenti nei paesi in via di sviluppo;

 

  • come alcuni dei principi su cui si basa l'ingegneria genetica siano in fase di revisione e come si sia ancora lontani da una conoscenza globale del funzionamento dei genomi;

 

  • come in modo particolare sia stato rimesso in discussione il riduzionismo genetico, che ad ogni gene fa corrispondere una caratteristica, mentre è ben noto ormai che le interazioni tra i geni ed il loro ambiente sono di grande complessità;

 

  • come di conseguenza il trasferimento di un gene in un ambiente nuovo possa scatenare una catena di eventi imprevedibili, sia per la salute che per l'ambiente (ad esempio la destabilizzazione del meccanismo di controllo del gene);

 

  • come non solo la complessità inerente ad ogni organismo, ma anche la fluttuazione degli elementi del genoma, renda impossibile prevedere gli effetti di un trasferimento di gene: il gene può mutare, ricombinarsi e addirittura trasferirsi ad una altro organismo e ad un'altra specie;

 

  • come, una volta rilasciati nell'ambiente, gli Ogm (piante, microrganismi, insetti o pesci) siano incontrollabili, dal momento che possono migrare, moltiplicarsi, mutare...


  • come l'esperienza già fatta dimostra che in agricoltura le piante modificate per produrre sostanze tossiche siano in grado di uccidere organismi non nocivi e siano anche in grado di provocare una reazione di resistenza a queste sostanze tossiche negli organismi nocivi, rendendoli maggiormente infestanti;

 

  • come l'esperienza dimostra anche che i rischi per la salute umana siano numerosi, sia per l'impiego di geni marcatori di resistenza agli antibiotici, sia per l'impiego di virus vettori, sia per eventuali allergie, sia per altri possibili effetti oggi del tutto sconosciuti, legati anche alla possibile fluttuazione dei geni;

 

  • come l'ingegneria genetica porti all'impoverimento della biodiversità, con grave danno per la "stabilità ecologica";

Premesso inoltre:

  • che a tanti rischi delle biotecnologie in agricoltura non si contrappone alcun aspetto positivo: recenti studi scientifici indipendenti, condotti su 8.200 siti sperimentali negli US hanno rivelato che, al contrario di quanto dichiarato dalle industrie, le colture biotecnologiche hanno produttività minore (del 10%), comportano un uso di sostanze chimiche molto maggiore (da 2 a 5 volte) ed hanno costi molto più elevati;
  • che un altro studio condotto sul mais Bt ha rivelato come il danno economico prodotto dalla piralide (parassita che il mais modificato vuole combattere) sia minore del costo aggiuntivo che la tecnologia comporta;

 

  • che tutto ciò rende evidente come la modifica genetica sia in realtà soltanto un pretesto per entrare in possesso della produzione alimentare mondiale, privatizzando, attraverso i brevetti, il patrimonio genetico che fino ad oggi  è stato patrimonio comune dell'umanità intera;

 

  • che, oltre a ciò, le modifiche genetiche adottate in agricoltura cercano di conseguire vantaggi solo commerciali (come dimostra il fatto che praticamente tutte le piante transgeniche ad oggi introdotte sono modificate per resistere ai parassiti o agli erbicidi);

 

  • che con l'acquisto delle industrie sementiere, già in atto, le industrie "biotecnologiche" metteranno poi da parte le varietà tradizionali per sostituirle con quelle brevettate, di assai maggiore rendimento per loro (il brevetto copre tutta la discendenza dell'organismo e viene riscosso ogni anno; l'agricoltore non può riseminare il frutto del suo raccolto);

 

  • che il danno più immediato di questa privatizzazione sarà per le popolazioni povere: dopo essere state depredate delle ricchezze genetiche da loro conservate, senza che alcun diritto fosse loro riconosciuto, esse subiranno una nuova forma di colonizzazione con l'obbligo di pagare, anno dopo anno, i "diritti d'autore" ai paesi ricchi, detentori delle tecnologie e dei brevetti;

 

  • che il Senato italiano ha già espresso la sua apprensione nei confronti della diffusione degli Ogm con l'O.d.G. del 10/3/98, in cui impegna il Governo a chiedere una totale rielaborazione della direttiva (poi chiamata 98/44), detta "dei brevetti sulla vita" e che si sono espresse analogamente la Commissione Agricoltura (28/1/98) e la Commissione Affari Sociali della Camera (10/3/98);

 

  • che il Governo Italiano ha mostrato uguale apprensione con un voto di astensione sulla suddetta Direttiva il 27/11/97, con il ricorso presentato contro di essa, insieme all'Olanda ed alla Norvegia, alla Corte di Giustizia Europea, il 16/7/99, e con la decisione presa a Bruxelles il 25/6/99 in occasione della revisione della direttiva 220/90, di sottoscrivere una "moratoria di fatto";


  • che inoltre atti di dubbia liceità sono stati compiuti recentemente nelle sedi istituzionali per favorire la commercializzazione degli OGM. Rilevanti a tale proposito risultano i seguenti fatti:
  1. L'ufficio Europeo dei Brevetti ha modificato (senza convocare, come sarebbe stato indispensabile, una conferenza diplomatica degli Stati membri) la Convenzione Europea dei Brevetti (Monaco '73), che vietava i brevetti su piante ed animali, inserendo nel suo Regolamento applicativo gli articoli della direttiva 98/44, che consentono i brevetti su piante ed animali.
  2. L'autorizzazione alla vendita nell'Unione Europea di sette nuovi prodotti alimentari geneticamente modificati, con atto di notifica,  è stata concessa in deroga al Regolamento CE 258/97, senza che vi fossero le condizioni per applicare la deroga.

Premesso tutto questo, il Senato impegna il Governo a:

  • introdurre una moratoria di almeno dieci anni alla commercializzazione o introduzione nell'ambiente, anche per fini sperimentali, di Ogm (Organismi geneticamente modificati). Ciò anche nel rispetto del "Principio di Precauzione" inserito nel Trattato dell'Unione Europea, sempre più presente nella legislazione internazionale;

 

  • agire in tutte le sedi nazionali ed internazionali ed a tutti i livelli amministrativi per favorire il realizzarsi della moratoria;

 

  • adoperarsi in particolare affinchè questo avvenga nel vertice chiamato "Millennium Round", dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) che si riunirà alla fine di novembre a Seattle, US;

 

  • agire, in questo vertice dell'OMC, affinchè gli accordi commerciali non prevalgano su principi assai più importanti come la tutela dei diritti umani, la tutela della sicurezza sanitaria ed alimentare, la tutela delle economie locali, quella dei patrimoni culturali e genetici collettivi;

 

  • adoperarsi dunque in modo particolare per ottenere la revisione della direttiva 98/44, che consente i brevetti sulla materia vivente, coerentemente con il ricorso presentato su tale direttiva dall'Italia insieme all'Olanda ed alla Norvegia;

 

  • adoperarsi affinchè venga consentita una libera scelta del consumatore, istituendo, come già proposto dai Verdi Europei, l'obbligo di una adeguata etichettatura (che copra tutta la filiera di produzione del prodotto) sui prodotti geneticamente modificati che si trovano già in commercio, come proposta dal Presidente della UE, Romano Prodi.


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